Da dove ripartire? Una politica vincente per la società

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Al di là delle molte critiche su diversi aspetti riguardanti l’attualità, rimane una domanda importante, come possiamo ripartire? La società può ripartire non dalla massa, o da persone che vivono omologate al sistema neoliberale e schiave di questa Idra, ma da uomini coraggiosi che fanno una riforma performativa, che agendo su se stessi di riflesso cambiano anche sugli altri. In una gigantesca ragnatela fatta di burocrati, finanzieri, banchieri, top manager, ci siamo ritrovati un’Italia amministrata da persone sempre più distaccate dal popolo e la strada è lunga, ma anche semplice perchè riparte da una riforma interiore. Solo noi possiamo fare la differenza, e ogni singolo influisce sulla società e viene a sua volta influenzato, ma per ripartire non c’è bisogno che tutti siano d’accordo su tutto, o che per forza all’inizio ci sia una maggioranza, basta invece come direbbe Ratzinger una “minoranza creativa” che può fare la differenza poi nel tempo, mostrare la bellezza del suo essere e plasmare la società migliore. Persone dotate di una profonda etica, di saldi principi, uomini che non scendono a compromessi, e che mettono il benessere del popolo elettore prima dei loro interessi, che non si piegano ai ricatti, e combattono a testa alta: questo ci vuole, altrimenti è tutto inutile, siamo destinati a perdere, perché l’uomo può vivere in qualunque sistema vogliamo, che sia la monarchia con un re, che sia invece governato da un democratico presidente del consiglio, nulla cambia se chi ci governa se ne sbatte degli altri, se per arrivare in alto ha le mani sporche e diventa il difensore delle sueperlobby. È inutile, ogni figura, ogni comparto può fare la differenza se agisce lottando per dei valori, in una prospettiva fatta di principi e che ci dà un futuro, con un’etica e un richiamo metafisico forte, solo così possiamo uscire dal tunnel. Dare il paese in mano a uno squalo, portaborse della Goldman Sachs, che aveva svenduto l’Italia sul Panfilo Britannia, non può essere la risposta, e non può esserlo neanche il porta-snack del San Paolo, che urla a squarciagola “onestà” e campa di anti-pd e anti-lega e poi quando va nei palazzi che contano si accorda con tutti e da antieuropeista diventa pro-europa, da antibanchiere diventa pro-banche, è inutile, senza uomini che escono fuori da un conflitto di interessi, senza personaggi che hanno una coerenza vera, sarà tutto vano. Falcone e Borsellino sono due fari, e sono stati grandi esempi, di sacrificio a cui si sono ispirati tantissimi magistrati, ancora oggi li ricordiamo come degli eroi, nel mio paese c’è ancora oggi una via per Emilio Alessandrini, mio compaesano, è inutile girarci intorno, nessuno può dare ciò che non ha in potenza. Possono non piacere la metafisica e la filosofia, ma la crisi di valori, la crisi spirituale, la crisi di ogni principio, e la crisi culturale sono collegate alla nostra crisi politica, economica e societaria, si può solo da ripartire da uomini indisponibili a svendere i loro principi, come Falcone e Borsellino, ed Alessandrini, per far funzionare la magistratura, ci vuole anche un giudice che ha davvero a cuore fare giustizia in ogni situazione, un giudice che non si lascia corrompere, e che ha scolpito in se stesso nel suo essere, un’etica, un principio. La stessa cosa vale in tutti i campi, dal politico, che si spende per il bene dei cittadini, al musicista che non diventa un prodotto commerciale per vendere dischi, al filosofo che non vende teorie da strapazzo pur di stare sulla TV di Cairo. È evidente, ogni volta che ci lasciamo andare alla disponibilità tradiamo il senso, la meta, il principio; una classe politica (piccola) secondo me c’è nel nostro paese, che ad oggi ha buone idee, prospettive e sembra che i suoi interpreti siano davvero uomini indisponibili e proprio da qui si dovrebbe ripartire, da persone che hanno dei principi buoni nel cuore, nella testa, li difendono, hanno un vero piano, una vera prospettiva per questa società, e difendono tutto ciò soprattutto nei fatti, a costo anche di enormi sacrifici, anche a costo di vedere il loro progetto non realizzato, o esponendosi a pericoli maggiori.

Foto di Manoj Bisht da Pexels

Comments (5)

  • Quanto sta soffrendo la scienza nel pensiero unico – Lampidimetafisica

    3 Aprile 2022 at 17:36

    […] critico, di onestà etica, e di conseguenza intellettuale, di un’onesta interiore che cambia la società , nel momento in cui saremo uomini indisponibili al compromesso, potremo fare vera scienza, […]

  • Come ripartire culturalmente – Lampidimetafisica

    3 Aprile 2022 at 18:13

    […] dove possono esserci delle soluzioni per la società di oggi, e se c’è un cambiamento dell’uomo, ci deve essere anche un cambiamento della cultura. Anche qui non è necessario che cambi tutto, a […]

  • Come far ripartire l’etica, da dove ricominciare – Lampidimetafisica

    3 Aprile 2022 at 18:36

    […] private e professionali? La società può ripartire solo con un cambio etico come ho spiegato qui, sono gli uomini a fare la differenza, ma vediamo in questo articolo di mettere a fuoco l’etica. […]

  • La metafisica cristiana: le sue basi pt. 2 – Lampidimetafisica

    3 Aprile 2022 at 20:05

    […] ciò che è metafisico ha creato i problemi dell’Europa di oggi. Per risolvere i problemi della società del presente dobbiamo proprio riscoprire la metafisica, una metafisica però precisa che è l’unica che […]

  • Sabrina

    2 Maggio 2022 at 20:50

    Ho sentito parlare del concetto di indisponibilità per la prima volta nel corso dei webinar da te moderati. Mi sono resa conto fosse un tema già presente nei processi dell’intuito, ma di cui non avessi alcuna consapevolezza. Definirlo mi ha aiutato a renderlo concreto e a comprendere si tratti di un fattore imprescindibile per quella riforma dell’essere necessaria affinché ci sia un reale cambiamento dell’attuale stato delle cose. Probabilmente, la necessità di un riapprodo all’indisponibile è un fondamentale punto di connessione tra realtà apparentemente inconciliabili, e chi se ne faccia sinceramente baluardo tenta di raggiungere lo stesso obiettivo, in fondo: un ritorno alla percezione del valore delle cose. Il sistema socio-economico in cui viviamo viene definito “civiltà dei consumi” proprio perché caratterizzato dalla messa a disposizione di tutto quel che ci circondi e di noi stessi, e a beneficiarne è la potenza (essa sia finanziaria, politica o di altro genere) che dalla svalutazione di tutte le cose attinge il suo più spregiudicato dominio.

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