I limiti dello scientismo

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Con un titolo del genere, probabilmente nella Francia della rivoluzione francese sarei stato giustiziato subito, ma è importante sottolineare una cosa, che molti non hanno ben chiara: la scienza ha dei limiti, la scienza non è Dio, la scienza ha un suo raggio di azione perché ha un suo metodo e un suo grado di affidabilità, ogni scienza ha i suoi strumenti, i suoi modi di indagare, e ognuna di esse risponde a determinate domande, ma essa non risponde a tutto, non è onnisciente, lo stesso metodo scientifico, basato sulla sperimentazione e sul dato empirico ha i suoi limiti, proprio perché questo tipo di indagine è collegato a un determinato metodo e può rispondere a determinate domande. Dove non arriva lo strumentale, arriva la filosofia, quella vera che parte proprio dalla scienza (non quella che invece la ignora), la sua speculazione porta all’analisi metafisica, dal fenomeno al noumeno, la filosofia, la metafisica, la teologia, possono rispondere a domande di senso, a domande esistenziali, a interrogativi sull’anima, sull’etica, sul destino ultimo dell’uomo. Nel Discorso di Ratisbona, papa Benedetto XVI riesce a fare luce molto bene su questa cosa, ma anche il cardinale Caffarra pone delle domande importanti al riguardo, “Volendo molto semplificare, mi sembra che queste domande, che una ragione vigile non può non porre, siano almeno cinque: l’inquietudine radicale dell’uomo; l’esperienza del male morale come negazione colla scelta libera della verità riconosciuta colla ragione; il destino finale della persona dopo la morte; il valore assoluto di ogni singola persona umana; il senso ultimo della storia” (Carlo Caffarra, Cercare Dio, Marcianum, 2014, p. 49): sono domande importanti, a cui non si può risalire tramite il metodo scientifico. Aveva ben capito Gilson da ex positivista, la scienza spiega il come, e non il perché. Essa arriva, tramite la strumentazione ad analizzare, a raccogliere dati, a fare esperimenti, ma ci sono domande che non sono collegate a un metodo scientifico, proprio per amore e i limiti della stessa scienza. Ci sono alcune domande che si appoggiano in parte al metodo scientifico, ma le cui risposte sono collegate per forza a materie che vanno oltre la sperimentazione ma che conservano la loro validità grazie a una determinata epistemologia che conferma tutto. Il pericolo moderno più che altro è non rispettare i limiti di ogni materia e non farle collaborare insieme, la filosofia e la scienza si perdono spesso in questo, quando l’una vuole diventare anche l’altra, Cartesio alla ricerca di un metodo “scientifico”, geometrico, matematico, viceversa per la scienza, quando prova a farsi filosofia rischia di distruggere tutto, si può vedere questo molto bene nel darwinismo sociale, che ha fatto l’occhiolino al colonialismo e a molti totalitarismi e dittature sanguinose, basandosi sulla lotta per la sopravvivenza, così come in modo simile possiamo citare le teorie di Malthus (anche fallimentari perché non tengono conto di molti fattori, si veda Enzo Pennetta e Ettore Gotti Tedeschi, “Contro il politicamente corretto”). Per quanto si voglia dare al metodo scientifico una certa importanza anche la filosofia ha dei metodi di verifica altrettanto validi, così come l’analisi metafisica. Per fare un esempio la grande analisi metafisica di Parmenide nonostante siano passati migliaia di anni è sempre valida, l’essere necessario non può comportare evoluzione e non può aver avuto inizio, la scienza infatti ha desacralizzato il mondo, e ha confermato che ciò che è in evoluzione non può essere la fonte dell’essere. La filosofia ha una sua epistemologia, e può avere anche un’elevatissima affidabilità, esso può essere supportato dalla scienze, ma non ne è dipendente, passa per la scienza ma va anche oltre. Ci sono le normative giuridiche, morali e di comportamento che non passano direttamente per un metodo scientifico, ma sono frutto di esperienza storica, etica,teologica e ontologica. Il problema resta e sussiste, nel momento in cui si vuole fare del metodo scientifico il grado unico e assoluto del sapere, creando illusioni e disastri filosofici e morali.

Foto di Andrea Piacquadio da Pexels

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