La libertà post-moderna

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Penso che la parola libertà sia stata davvero una delle parole più usate in assoluto nelle battaglie della sinistra del secolo scorso, un termine che in sè per sè rischia di confonderci, se chiediamo a 100 persone cos’è la libertà possiamo ottenere 100 definizioni diverse e credo anche molto confuse. La libertà la possiamo intendere su più livelli (libertà di spostamento, libertà economica, libertà individuale ecc.) e ad di là di tutto però ognuno di noi vuole sentirsi libero, vuole avere la sua libertà di azione, di poter fare questo, quello, e via discorrendo, ma se cerchiamo a fondo penso che nel mondo contemporaneo possiamo trovare un pensiero comune su cui inquadrare la libertà ed è questo: vederla in un rapporto continuo tra:

ciò che voglio fare / ciò che posso fare

Tutta la sinistra ha fatto moltissime battaglie sulla “libertà”, senza capire che la liberazione assoluta non può esistere, quella di poter far tutto ciò che vogliamo in modo illimitato si trasforma in un conflitto di libertà tra individui, in un’anarchia che può travolgere tutti e tutto nel momento in cui ci sentiamo di dover inseguire una determinata “libertà”: non ci si rende conto che la libertà esiste ma in relazione al limite, essa non può esistere in questo mondo se non in coesione con ciò che la definisce, non può essere assoluta, nel campo pratico non può essere applicata, e inoltre non è una vera libertà, in quanto la libertà vi è in relazione alla non libertà (schiavitù). Per il sottoscritto la libertà non sta nell’assottigliare sempre quel rapporto tra ciò che posso fare / ciò che desidero fare, non sta nell’inseguire la spirale infinita di desideri che cambiano nelle varie fasi delle vita e non si fermano mai, perchè ogni giorno volente o nolente siamo alla ricerca di una nuova libertà, e non sta neanche in una formula di convivenza (“La mia libertà inizia dove finisce la tua”), nessuno si sente davvero libero in tutto questo. Aprire all’infinito però non è libertà, togliere ogni limite non è essere liberi, per me come ho espresso nel mio libro la libertà è uno status, è uno stato ontologico dell’essere, si diventa liberi scegliendo bene, scegliendo ciò che corrisponde alla scelta giusta. Questo significa che essere liberi non significa poter fare (o essere) tutto ciò che vogliamo, perchè prima di tutto ciò che ha cercato la sinistra (e il mondo contemporaneo) è libero arbitrio assoluto, il poter fare qualunque cosa, ma questa non è libertà, è una ricerca fallimentare di inseguire i nostri desideri infiniti, a ogni fase della vita. Nella filosofia cristiana, la libertà è collegata alla verità, e si vive una relazione tra – possibilità di scelta (libero arbitrio) / scelta giusta (libertà), scelta collegata alla verità, a una verità universale che riguarda l’uomo e la sua natura, il suo spirito; ciò che libera l’essere insomma non si trova nell’infinità di scelte possibili, non si tratta del poter far tutto, ma nel corrispondere a una scelta che deve consentire all’essere, all’uomo, di essere davvero libero (per assurdo si può essere liberi nel proprio essere anche se si è in una prigione, la libertà è ontologica, riguarda l’essere). L’infinità di scelta ti può far potare anche a scegliere e inseguire desideri e vizi che ti rendono schiavo, che ti rendono succube di una determinata cosa, o ti distruggono interiormente, e la sinistra, la mentalità post moderna ha confuso la libertà con il libero arbitrio. Se la libertà è nell’infinità della scelta e delle possibilità, essa allora non è davvero concepibile, l’unica libertà che può rimanere in questo caso è una libertà soggettiva, che è dentro la testa di 7 miliardi di individui e ogni giorno fluttua, per ognuno essere liberi sarà poter far questo o quello, e soprattutto sarà un inseguire il vento perchè ogni giorno bisognerà cercare di nuovo di essere liberi in base a ciò che desideriamo. Parliamo quindi di libertà soggettiva e relativa, in continuo cambiamento, che non si ferma mai, una chimera, un inseguire il vento per il mondo moderno. La vera libertà non è questa, la libertà (per chi ci crede) è collegata alla verità, senza verità sull’essere, senza verità universale sull’uomo, non vi è nessuna scelta che può rendere libero l’uomo, se non vi è verità sulle scelte, nessuna scelta corrisponde a una verità che genera libertà, la libertà esiste e viaggia insieme alla verità, la verità non può assorbire la libertà (come ipotizzava una parte del pensiero greco), né la libertà può assorbire la verità (come si pensa oggi).

Foto di Karolina Grabowska da Pexels

Comments (3)

  • La cultura mainstream – Lampidimetafisica

    3 Aprile 2022 at 18:23

    […] le droghe in modo più o meno esplicito, si urla libertà senza sapere la differenza tra libertà e libero arbitrio, si riduce la vita a una sola prospettiva post-marxista, una prospettiva nichilista e disperata che […]

  • La cancel culture – Lampidimetafisica

    11 Agosto 2022 at 14:36

    […] del tutto in questi movimenti. Questo risultato è possibile solo partendo dalla falsa concezione di libertà moderna (in realtà l’assoluto libero arbitrio) da un voler rifiutare la verità, e da un ridurre […]

  • 20 anni di sinistra italiana in 4 minuti – Lampidimetafisica

    26 Agosto 2022 at 17:43

    […] un cortocircuito pratico, e anche filosofico, si vuole raggiungere la libertà scambiandola col libero arbitrio, e si vuole regolare il male pensando di eliminarlo a suon di burocrazia. La sinistra si vanta di […]

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