La metafisica cristiana: introduzione

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

A differenza di quanto pensava Kant, la metafisica non è solo ragionamento a priori, Kant conosce solo una parte della metafisica. Tutto ciò che è sconosciuto al filosofo è precisamente quel ramo, che fa parte di una lunghissima storia del pensiero giudeo-cristiana, che coinvolge un preciso modo di pensare metafisico,e un preciso modo di concepire l’essere umano, un determinato modo di definire il bene e il male. Che lo vogliamo o no, il pensiero metafisico decide l’orientamento filosofico, e a cascata tutto il resto, la metafisica è il principio e la fine della speculazione sulla realtà, e la metafisica giudeo-cristiana a differenza delle altre due grandi tradizioni metafisiche collega in modo forte, razionale, e logico, fenomeno e noumeno. Ogni filosofia nasconde una metafisica, essa è implicita o esplicita nel pensiero dell’autore, ma essa è il principio e ciò che orienta il ragionamento in modo decisivo. Kant concepisce un solo modo di fare scienza, e un solo modo di fare metafisica, ovvero quello del ragionamento/giudizio sintetico a priori, ignorando che le stesse materie che diventano scienze si basano sul ragionamento sintetico a posteriori, che sia una legge della fisica, la matematica, che sia la psicologia, la chimica, esse non procedono solo nle ragionamenti a priori, per arrivare ad esso devono passare per un ragionamento a posteriori. Così è anche per l’arte del pensiero, fa filosofia se parte a priori escludendo ogni esperienza ci porta a dedurre che qualsiasi pensiero può essere giusto, ma se si accetta la realtà, allora la filosofia dà il meglio di sé, quando come tutte le scienze è rapportata al reale allora ci ritroviamo di fronte anche a una determinata metafisica, convalidata in modo indiretto da tutte le scienze, che è la metafisica della realtà, ovvero la metafisica cristiana. Non si tratta di escludere o di immaginare qualcosa, se si accetta la realtà per ciò che è, allora è necessaria una metafisica, vi è nel reale e parla dei principi della realtà e del suo fine, ci dà anche un’idea precisa sull’uomo e sul resto, poi molto altro viene dalla speculazione filosofica posti i principi metafisici. Abbiamo così la base, i principi, l’ordine, e l’orientamento della realtà. La metafisica cristiana a differenza delle altre ha una caratteristica importante, essa è quella che va da sempre in accordo con l’uomo, con la sua natura, con la razionalità umana, con la filosofia realista, con qualsiasi tipo di scienze (cosmologia,fisica, logica ecc.) ed è in accordo da sempre con la realtà. Come tutte le scienze sperimentali si basa sul reale, e vede ciò che vi è implicito ma incluso, è questa la vera metafisica, quella cristiana, che legge la realtà, capisce a cosa essa porta il suo inizio e la sua fine, e definisce ciò che vi è nel mezzo. Essa rappresenta l’estensione, il principio necessario di ciò che è nel reale, realtà percepita dagli uomini in modo più o meno forte. Le altre metafisiche o propongono di rinunciare alla realtà e all’esperienza, o tagliano una di queste due opzioni. Se torniamo alle metafisiche antiche, e poi orientali, su cui si fonda il pensiero di alcuni importanti religioni, ci ritroviamo spesso di fronte a un sistema di pensiero e un sistema metafisico che esclude la realtà, e mi chiedo in questo caso come possiamo poter sviluppare un pensiero razionale? La filosofia e la metafisica hanno trovato risposte concrete per l’uomo rapportandosi alla realtà, e sono risposte soddisfacenti (anche la storia e la psicologia lo confermano), se devo escludere la realtà stessa non ho elementi per poter constatare nulla, dovrò solo fare atto di fideismo, e non ho neanche corrispondenza con la realtà, con la natura umana o con l’esperienza, tutto mi dice che non c’è correlazione, e che quella metafisica non rientra nella realtà, essa è staccata dal fenomeno. Chiunque si focalizza attentamente vede che la metafisica cristiana ha costituito in gran parte i principi dell’Europa (quella vera e non quella di adesso), ma anche la base per fondare una vera società e per rispondere in modo concreto a problemi di etica, alle domande esistenziali dell’uomo. Essa rappresenta il modo di capire davvero cos’è la realtà, perché senza essa storicamente cadiamo nelle ideologie e nelle follie filosofiche e razionali, essa rappresenta la risposta, la vita. Non vi è comprensione della realtà senza una vera metafisica, e non vi è una soluzione alla società di oggi e al suo progresso, e ai problemi dell’uomo senza la metafisica cristiana, ciò è verificabile anche nella storia: nel momento in cui si è data in modo implicito o esplicito una visione alternativa favorendo il panteismo o l’ateismo, si è entrati in soluzioni prima relative e poi solipsiste, annegando in varie ideologie, e in disastri storici e scientifici.

Foto di Nitin Arya da Pexels

Comments (1)

  • Ma per cosa lavorano le scienze? – Lampidimetafisica

    12 Agosto 2022 at 11:36

    […] Per prima cosa vediamo che le scienze sono tra loro collegate, nessuna prevalica l’altra, e tutte si supportano a vicenda. La filosofia non può fare scienza e la scienza non si può mettere nei panni della filosofia seppure si appoggiano l’uno all’altra, così come la storia si appoggia all’archeologia e viceversa, insomma tra le materie vi è un collegamento trasversale e ognuna di esse ha i suoi limiti e il suo raggio di azione, e i suoi metodi di approccio. Per quanto riguarda però la maggior parte delle scienze, si vede che esse sono accomunate da una sottile linea rossa, infatti la filosofia, la storia, la fisica, la cosmologia, la logica, ed altre materie portano a un richiamo metafisico e a una teologia. Ovvero come dice bene Tresmontant: “Che lo sappiano o no, tutti gli scienziati del mondo lavorano per il teologo che si sforza di scrutare il senso e i procedimenti della creazione ancora incompiuta” (Claude Tresmontant, Cristianesimo, filosofia, scienza, Jaca Book, 1983, p. 267). Perché la fisica, insieme alla logica, alle scienze naturali, allo studio della cosmologia, e insieme alla filosofia, apre alla metafisica. Per essere più precisi a gran voce tutte queste materie aprono a un principio metafisico ben preciso: quello che l’universo non è l’unico essere, che Dio è dimostrabile a partire dalla creazione, dalle scienze, dalla ragione, e dall’esperienza logica. Ogni volta che la scienza progredisce e fa importanti scoperte, amplia la propria conoscenza ma non solo: apre anche a un collegamento tra fenomeno e noumeno, tra il creato e il creatore, semplicemente perché da sempre la scienza sperimentale desacralizza l’universo e pone l’ateismo come impensabile in modo corretto, come impossibile per via dei suoi stessi principi. La scienza mostra come la macroevoluzione è irrazionale, come l’evoluzione richiama la creazione , la stessa cosmologia mostra come l’ateismo e il panteismo sono inconcepibili razionalmente per via dei loro stessi principi. Le scienze non sono solo fine a se stesse, non sono fatte per annegare nel fenomeno, per vivere una ragion chiusa kantiana, esse aprono in maniera diretta o indiretta a riflessioni e speculazioni a partire dai loro risultati. Si parte da dei principi base per cui si arriva a conclusioni verso cui alcune scienze (che accettano il reale), aprono tutte in modo unanime a Dio ed a una precisa metafisica: “Se l’universo ha avuto inizio, non è tutto l’essere o la totalità dell’essere. Se l’universo ha incominciato, in questo caso non è il solo essere e necessariamente ne esiste un altro, il quale non ha avuto inizio. Perché? Si parte da un semplice principio o da un’evidenza, oltre la quale non si può risalire. Nessuno contesta, né può contestare l’evidenza principale: dal nulla assoluto o dalla negazione di ogni essere, qualunque esso sia, nessun essere può sorgere. Se  c’è stato il nulla assoluto in un dato momento, se si può dire così, poiché nel nulla non esiste durata, se c’è mai stato il nulla assoluto, in tal caso il nulla assoluto sarà per sempre. L’essere non può uscire dal nulla. […] Qualche essere è necessario. Qualche essere è eterno. Qualche essere esiste dall’eternità, poiché il nulla assoluto è impossibile, e lo riconosciamo impossibile a causa del fatto che oggi c’è qualche essere che conosciamo nella nostra esperienza. Ma chi è dunque, quest’essere necessario ed eterno, che non può essere preceduto dal nulla? […] Ora l’universo ha avuto inizio ce lo insegna la fisica cosmica. […] Di conseguenza l’universo non è l’essere in quanto tale, il solo essere, l’essere assoluto o l’essere necessario.” ( Claude Tresmontant, Cristianesimo, filosofia, scienza, Jaca Book, 1983, pp. 57-58). In questo caso la scienza non si ferma solo a se stessa, essa conferma una tesi, che riguarda la metafisica ebraico-cristiana, una tesi filosofica e necessaria per spiegare lo stesso fenomeno, o almeno perchè vi è il fenomeno anziché no. Le materie non lavorano quindi in maniera soltanto solipsista, non solo sono fine a se stesse, esse nella loro scienza si riagganciano anche ai loro principi, e ai principi fisici/metafisici e razionali a cui sono collegati. Partendo da ciò possiamo osservare anche altro: l’universo è in crescita di informazione e in degradazione, esso è anche in evoluzione, sono tutti elementi che denotano che esso è un essere contingente e non necessario. Le stesse scienze ci mostrano che l’universo ha un’età, e va invecchiando, esso come tutti noi ha una vita “biologica”, esso inoltre: “è un sistema il quale col tempo diventa sempre più ricco di informazione e questo sistema non può arricchirsi da solo, non può dare a se stesso ricchezze di informazione non avendole avute prima, bisogna quindi riconoscere che le riceve” (Claude Tresmontant, Cristianesimo, filosofia, scienza, Jaca Book, 1983, p. 51); questo implica che chi studia le ricchezze dell’universo, chi studia la bellezza che c’è in esso, chi osserva l’ordine che vi è, non solo approfondisce la realtà conosciuta, ma porta al centro di esso un richiamo. Viene messo a fuoco che il più non può venire dal meno, che l’ordine non può nascere dal caos, che l’intelligenza non può nascere dalla non intelligenza. Chi lavora per la scienza, lavora indirettamente anche per una testimonianza verso la creazione, verso l’unico principio necessario e collegato per il quale è possibile che ci sia il reale e che possa essere svelato, chi guarda ad oggi l’evoluzione può vedere che questa non può auto-attuarsi, non può sussistere, essa ha bisogno di una base, chi studia il mondo oggi si ritrova anche davanti agli occhi un richiamo verso un principio logico indiscutibile su cui si fonda la metafisica ebraico-cristiana […]

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