La metafisica cristiana: le sue basi

Simone D'Aurelio

(5 min. lettura)

La metafisica cristiana non è una metafisica qualunque, essa è innestata in un preciso pensiero, in cui vi è corrispondenza con le scienze sperimentali, con la realtà e con la natura dell’uomo. Alla sua base c’è il pensiero metafisico ebraico che è il germoglio del cristianesimo, in esso vi è un principio evidente che va contro tutto il pensiero marxista, ateo e post-moderno:

1 – Per i cristiani e per gli ebrei l’universo non è il solo essere. Questo è il principio getta la radice a una concezione di umanità, di rapporti, di etica, e di senso totalmente unico.

2 – Oltre a ciò il pensiero cristiano accetta la realtà per come si presenta ai nostri occhi, e poi ci si accorgerà è in completo accordo con l’esperienza sotto ogni punto di vista.

3- Vi è una precisa concezione di Dio, non ci sono molti dei o varie divinità.

4- Il creato è concepito in un modo profondamente diverso dalle altre metafisiche.

Queste sono 4 caratteristiche fondamentali che danno il via a una precisa metafisica che a sua volta determina una precisa impostazione filosofica. Per prima cosa, partendo dal punto uno, ci pare chiaro che non vi è il feticismo del mondo, insieme agli ebrei, i cristiani adottano una metafisica chiara: l’universo non è il solo essere. Dire questo significa intraprendere un percorso che orienta il pensiero, e tutti gli altri principi filosofici e metafisici in un determinato modo. Questa concezione è totalmente rivoluzionaria, c’è la distinzione tra creato e Creatore, tra l’essere contingente e l’Essere necessario. L’altro secondo punto porta ad accettare la realtà per ciò che è, non vi è un’astrazione, una evasione dal reale, ma lo stesso pensiero vive nel reale. I principi rispetto a tutte le altre filosofie sono diversi, prima di tutto la concezione del tempo, per i cristiani il tempo lo possiamo rappresentare con un vettore, perché esso ha un senso un orientamento ed è rapportato all’Assoluto, e alla creazione ancora in atto, e non con un cerchio come faceva il pensiero greco, e come concepito il alcune metafisiche che professano l’eterno ritorno. Il tempo per i cristiani ha una direzione e un significato, così come i giorni. Nel pensiero metafisico cristiano, ogni essere creato è unico e irripetibile, vi è il concetto di persona e non di individuo, tutto questo distinguendosi dalle filosofie dell’incarnazione e dal panteismo che lasciano l’uomo invece come una parte del tutto, e non vero protagonista, non un vero essere, ed è in contrasto anche con l’ateismo che professa lo stesso l’universo come unico essere e che vede l’uomo solo come un’animale. Oltre a ciò possiamo notare come nella metafisica cristiana vi è un concetto di etica in prima persona, e non in terza come vissuto nell’ateismo, che sfocia nel classico utilitarismo, quindi nella metafisica cristiana vi è un concetto di verità e di giustizia, a cui l’uomo può aspirare oltre che a un senso, una realizzazione e tutto viene rapportato di fronte a Dio, vi è un preciso concetto di egalité, liberté e fraternité che ha gettato le basi dell’Europa, e che nonostante le culture e stati diversi ha fatto proliferare per secoli l’umanità che portava in sé questa concezione metafisica e a sua volta filosofica comune. L’ateismo, il pensiero post moderno, vede un concetto di etica in terza persona, ovvero vive di utilitarismo, non c’è un vero bene, non c’è neanche una verità o una giustizia, c’è solo il bene per me, la mia verità, c’è solo un senso soggettivo. La concezione moderna di libertà, fraternità e uguaglianza parte dal presupposto metafisico che l’universo è l’unico essere e quindi filosoficamente si arriva a concezioni diverse. La metafisica cristiana passa per una realizzazione ontologica, ed entra in un pensiero dove la vita è in relazione a Dio. Per un pensiero che vede l’universo come l’unico essere tutto questo si rivela un fatale controsenso, così come l’esistenza stessa delle persone (perché l’Essere si è diviso in sé?), in questo caso neanche il male trova spiegazione.

La metafisica cristiana distinguendo in principio il creato dal Creatore vede e concepisce la natura dell’uomo, la sessualità e i corpi come una cosa di grande importanza, hanno senso e significato, e la loro dignità, sono visti come qualcosa di positivo, l’uomo viene visto come un insieme di corpo mente e spirito, e non viene spezzettato, tutte queste cose sono ordinate a Dio, trovando Dio, la Sua rivelazione, l’uomo trova anche il suo benessere e il suo ordine naturale e ciò che lo porta alla felicità. La carne e le differenze trovano senso e completezza così come le figure uomo-donna che entrano in relazione e in stato complementare universale quando sono in rapporto con Dio. Inoltre possiamo vedere che nel pensiero cristiano il matrimonio ha senso e significato, si entra in relazione e si scambiano promesse di fronte a Dio e si vive con Lui questo percorso, tutto ciò parte da concetti metafisici chiari che fanno parte del cristianesimo.

Molte altre filosofie vedono i corpi come dei contenitori, degli spiriti, come qualcosa di immondo, come delle prigioni delle anime, altri ancora predicano la distanza tra i corpi e le anime, vedendo il corpo come qualcosa di negativo, di impuro, sono filosofie che molto spesso fanno parte di una metafisica panteistica. Il pensiero ateo, non vede un senso o un significato nei corpi, se non in termini di sopravvivenza e di piacere, il corpo non è un tutto, non vi è un collegamento tra spirito, mente e fisico. Il pensiero metafisico cristiano accetta la realtà ed è in accordo con la razionalità, con la realtà, con la speculazione metafisica, con le scienze, e con la storia, perché chi professa l’unicità dell’essere incappa in continue contraddizioni logiche, metafisiche razionali, storiche, fisiche e cosmologiche. Insieme agli ebrei, vi è la concezione univoca di anima e corpo e di importanza di ogni singola persona. Il male e il bene così come le azioni dell’uomo hanno tutte un senso e un peso in una metafisica di questo tipo, ove il rapporto è di fronte a un destinato, a delle responsabilità e di fronte a Dio, di fronte a una giustizia, a un premio o una punizione, e in questo caso si può parlare di vera libertà e di libero arbitrio. Il pensiero metafisico che enuncia un panteismo o un ateismo parte dall’unicità dell’essere; in questo caso nel panteismo il male rimane un problema insoluto, una contraddizione enorme così come l’esistenza del molteplice, ma così come ogni azione rimane senza senso se tutto torna a fondersi nell’unico essere, mentre nell’ateismo non esiste libertà se non soggettiva, dato che essa non è in rapporto e tutte le azioni, tutto il bene e il male, finiscono perché tutto finisce con la morte, e il mondo essendo l’unico essere ha l’ultima parola e tutto assorbe.

(link articolo parte 2)

Foto di Wendy van Zyl da Pexels

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