Maschio e femmina, l’eterna lotta

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Se c’è qualcosa che è dibattuto da molti anni a questa parte è il ruolo della donna, la sua figura, il suo modo di concepirla, a livello ontologico e temporale; vedo infatti come molte persone accusano gli uomini di percepire la donna in due modi: o santa o poco di buono. Si vedono commenti facebook o post di un’idea della donna moderna, slegata da tutto e da tutti, che si autodefinisce, essa non dipende da nessuno, nulla può determinarla (nenanche la realtà oggettiva per il gender fluid sic.), essa è Dea o regina, Padrona o schiava, essa è il bianco e il nero, temporale e sole, inverno ed estate e via discorrendo. È totalmente autonoma, indefinita, il mondo post moderno vuole che la donna sia un foglio bianco slegato da ogni cosa, che si autoreinventano su tutto, in modo assolutamente soggettivo, ogni donna sarà donna per questo status o per quello o per questo. Per alcune ideologie poi avremmo il corpo di donna in degli uomini e viceversa, quindi essere donna non può riguardare nulla di biologico, di reale, ma è quindi (a questo punto) uno status mentale fruibile a determinati individui, su parametri relativi, cosa che può anche fluttuare adesso al di là della realtà oggettiva. Se ci sono persone che vogliono concordare che essere donna ha perlomeno un minimo di richiesta biologica di fronte al reale, resta comunque un parametro fortemente soggettivo, è una semplice cosa che viene decisa nella nostra testa e che non deve farsi sovrastare dall’uomo che la eclissa.

Ma in tutto questo mi domando: anziché concepire i generi in contrasto, o come qualcosa di puramente astratto, non è possibile che uomo e donna siano complementari? Come sempre nel mondo postmoderno mai dare un senso alla figura maschile e femminile, mai fargli acquisire un orientamento (grazie alla trascendenza e alla filosofia cristiana), il post-marxismo deve vivere solo di disperazione nichilista concependo tutto in modo slegato, tutto in modo disciolto al contrario dell’analisi filosofica cristiana che guarda l’insieme. Uomo e donna, isolati da Dio, tolti dal loro essere in relazione in questo triangolo, diventano figure nebbiose, in un post moderno che non ha risposte, ma solo invocazioni verso nuove forme di concepire sempre più astrattamente e in modo solipsista qualsiasi figura. Nel cristianesimo uomo e donna sono una carne sola ma due nature diverse, vi è la diversità nell’uguaglianza, e questa diversità è tutelata anche da Dio che si fa garante della presentazione tra uomo e donna nel libro della Genesi, e questa unione genera fecondità, genera ricchezza, e il suo ordine, e il suo senso è garantito in Dio; il post moderno togliendo Dio, non trova più un senso,e non può trovare uguaglianze nelle differenze, ma ha bisogno di mettere in lotta, e deve livellare le differenze per trovare uguaglianza, le diversità sono un elemento di disordine di vergogna e non più un elemento complementare. Se Dio vi è la natura, il cosmo è ordinato e lo è anche la natura umana, in questo caso essa è ordinata oggettivamente a Dio al di là dei nostri capricci e del nostro pensiero, e in una sola carne troviamo due “universi”, due nature, diverse che si incrociano, e che sono complementari.

Foto di Alex Green da Pexels

Comments (1)

  • Fede vs ragione – Lampidimetafisica

    4 Agosto 2022 at 12:33

    […] mondo post moderno, oltre a opporre fede e scienza ma anche creazione ed evoluzione e maschio e femmina, c’è anche il falso mito di opporre fede e ragione. Esse sono concepite come due elementi in […]

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