Papa Francesco e la sua corsa verso il mondo pt.2

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

(link articolo parte 1)

Ma mi domando: come è possibile che questo papa corre dietro a Greta Thumberg, elogia tutti i personaggi di stampo turbo- neoliberista, si appresta ad avere un rapporto privilegiato con l’anti-clericale di Scalfari dove si arriva a parlare dell’inferno che non esiste con una serie di battibecchi e smentite, continue, che comunque lasciano interrogativi sulle dichiarazioni riportate dal giornalista? Il Papa in generale non si è preoccupato molto dell’identità cristiana, non si è preoccupato più o meno esplicitamente di sviluppare e spiegare al mondo la propria identità, ma piuttosto il papa si è sempre affannato a inseguire il mondo, un mondo che sinceramente però non si è convertito, perché non sa più cos’è la Chiesa. E non parliamo di un imporre, ma di un far vedere chi siamo, senza vergognarci, senza complessi d’inferiorità, ma se questo pontificato per il sottoscritto è anonimo ed amaro, una dissoluzione, vediamo come Papa Francesco si appresta subito a chiedere obbedienza alle istituzioni diverse volte, al mondo, in diverse occasioni e per molti argomenti, un papa che si è affrettato a chiudere le chiese, al lockdown spirituale, quando forse anche rispettando alcune normative, mentre la Chiesa doveva in quel momento consolare il mondo. Se la Chiesa, con la sua missione e i suoi sacramenti, fa parte della sfera divina essa non può sottostare a tutto ciò che gli dice il mondo. In tutto questo papa Francesco inoltre va da Fazio parlando della Creazione come di un “mito”: sono parole ambigue, se la creazione è un mito, allora la nostra religione è il nulla, essa vive nei suoi principi a partire dalla creazione, la metafisica e la filosofia cristiana partono dalla creazione, da un principio, da una determinata concezione dell’universo, se è diversa allora si vira sul panteismo e sull’ateismo. Ma in generale il papa è un gesuita moderno, viene dalla scuola dei gesuiti modernisti, la scuola che oggi domina nel mondo ecclesiale, e in tutto il vaticano, ma i gesuiti sono proprio gli stessi che da anni sono interessati ad arrivare a cambiare il cristianesimo a rivoluzionarlo, basta un solo nome Karl Rahner, il gesuita più influente di tutti nell’ultimo secolo, colui che ha cambiato ogni regola a partire dal concilio vat II. Ma tutto il 900 è costellato di star gesuite che hanno proposto una nuova teologia, un nuovo modo ci concepire la religione, uno stravolgimento, da Teillhard de Chardin al buon generale Sosa è un attimo, da un semi-panteismo, a un relativismo quasi assoluto che viene trapelato in maniera esplicita spiegando che al tempo di Gesù “Non c’erano i registratori” , facendo finta di non capire cos’è la tradizione, e perchè ancora oggi abbiamo garanzie, e se c’erano anche i registratori poco cambiavano, se il primato è dell’interpretazione, allora siamo spacciati. Papa Francesco da Fazio dice di non saper rispondere al problema del male, scrolla le spalle, quando l’intera Teodicea risponde a testa alta al riguardo, il papa dice che la croce, la via crucis è la storia del …. non lo scrivo neanche perché è davvero inquietante, se è così non ha senso, nè Gesù, né Dio, se l’Essere sbaglia è in modo miserabile, e fallisce il suo compito, allora non vi è, ci troviamo in contraddizioni logiche teologiche razionali metafisiche e filosofiche insanabili. Papa Francesco è stato eletto ed è giusto che sia riconosciuto, ma vi sono stranezze al riguardo di come si è arrivati al suo nome, come si sia mossa la cosiddetta Mafia di San Gallo con protagonisti gesuiti modernisti di spicco come il card. Martini e molti altri, dove le confessioni del porporato Daneels parlano di un’elezione totalmente irregolare su cui però il Vaticano in mano agli stessi gesuiti modernisti non investiga a fondo. Ancora più strano è che i gesuiti hanno ignorato la loro stessa regola entrando in contraddizione e diventando papi. Ma non possiamo ignorare più nulla, il punto vero è questo che da quel “Buonasera”, alla decantata Amoris Laetitia, dalle sue dichiarazioni alle sue frequentazioni, dai suoi atti ufficiali ai suoi gesti ufficiosi (partite a biliardino ecc.), Francesco fa capire che vuole essere un papa gradito al mondo, vuole essere un papa neoliberale, vuole una scuola neoliberale, vuole una chiesa neoliberale e che sia all’inseguimento del mondo, che si adatti ad esso. Potremmo continuare all’infinito su questo Papa, dal suo idolo Pedro Arrupe, al suo odio per la proprieta privata, con estreme simpatie per la teologia della liberazione, ma ciò che si vede da 9 anni è un filo esplicito di un papa che vuole un determinato tipo di chiesa, una chiesa che faccia contenti tutti e tutto, che spinga ad accettare il mondo in tutta la sua interezza. Prima di tutto il suo odio per la proprietà privata va contro il settimo comandamento, in cui vi è abbastanza chiaro il riferimento alla proprietà privata, e penso ci porterebbe al caos più totale come ha ben analizzato l’acuto Veneziani. Ma papa Francesco per quanto vogliamo pensarlo in ogni suo gesto strizza l’occhiolino a tutti e, a parte il suo “veto” per l’aborto, per il resto tutto è appianato, la grazia non esiste neanche più così tanto, anche perché la misericordia è diventata misercordismo, la teologia non si riconosce più in nulla di solido, le encicliche appiattite, le predicazioni sono di fatti del mondo, tutto è in chiave esistenziale, questo papa ha messo tra parentesi la metafisica.

(link articolo parte 3)

Photo by Ashwin Vaswani on Unsplash

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