Vicino a Dio, una crescita graduale e ontologica

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Chi fa davvero esperienza di Dio nella storia è il popolo ebraico. Ma ricostruiamo le cose per bene: prima di tutto Dio vediamo che si presenta a una persona (dopo l’Eden e una successione di eventi): sceglie un uomo, Abramo, e con lui approfondisce la conoscenza, e proprio a lui fa una grande promessa, “io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare” (Genesi 22,17) . Ma promette una discendenza a un uomo che era senza figli, in un’età molto avanzata, dove moltissimi uomini avrebbero già perso la speranza per qualunque sogno di poter avere un figlio, ma come sempre Dio rende forza ciò che è debolezza. Dio gradualmente rimane a fianco della discendenza di Abramo, lentamente inizia a camminare con i suoi discendenti e poi con il popolo di Israele, già qui possiamo vedere come Dio rispetta i tempi umani, non è Lui che cresce, fate molta attenzione, ma è l’informazione, la sua rivelazione che avviene in modo graduale, un’informazione biologica. Noi siamo abituati al tutto e subito, alla realtà take away, alla realtà tecnica, immediata, matematico-geometrica, Dio non è così nel suo comportamento, Egli non si da in modo immediato all’umanità: come un bambino in fasce non può essere inserito in un corso di fisica quantistica, così Dio si rivela in modo progressivo all’uomo, aspetta una crescita dell’umanità, un messaggio di Dio completo tutto e subito non solo sarebbe stato difficile da elaborare, ma avrebbe reso inoltre inutile la continua interazione dell’umanità e poteva rischiare di non essere comunicato dati i limiti tecnici del tempo (pensare agli scarsissimi documenti, alle difficoltà di poter portare un messaggio senza la diffusione adeguata di testi, senza collegamenti di tipo logistico, e moltissimi altri limiti). Dio si comporta in modo graduale, nel suo modo di rivelarsi, così è la stessa cosa per l’ informazione, specialmente se è particolarmente elaborata, non si acquisiscono tutte le nozioni sulla fisica in 20 minuti, all’università non si impara tutto in un giorno, i percorsi dell’informazione (medio-grande) sono graduali, da notare come Dio arriva da Abramo a un popolo fino a coinvolgere prima le nazioni vicine e poi tutto il mondo nella Sua rivelazione, quando il mondo era pronto ad accoglierlo: la filosofia greca aveva iniziato a fare le sue speculazioni sull’universo, sulla metafisica, il dibattito diventava sempre accesso, i popoli avevano raggiunto un certo minimo progresso “tecnico”, delle vie di comunicazione, i messaggi potevano essere veicolati. Possiamo osservare che Dio interviene in modo crescente senza stravolgere la natura umana, anzi rispettandola, senza forzature: i profeti annunciavano e aggiungevano sempre più rivelazioni sulla venuta di Dio, la Torah che riguardava gli atti esterni dell’uomo non era completa nell’atto interno, non comprendeva l’essere ma iniziava a coprire una parte dell’uomo in attesa del suo completamento, Dio inoltre rimprovera e riporta sulla strada di continuo il popolo di Israele quando questi divinizza il mondo, Dio ripudia gli idoli, odia il feticismo del mondo, Israele lentamente conosce Dio. Egli lascia le sue impronte nella storia, passa tramite i profeti, e l’annuncio del “riscatto”, il sacrificio, provvisorio e parziale per la remissione delle colpe, trova il suo completamento nel Santo Sacrificio, il sacerdote che era un uomo che intercede verso Dio, diventa un’Alter Christus, la crescita della rivelazione è graduale, non è Dio che è in crescita ma è Lui che fa crescere l’umanità e che si rivela un pò alla volta.

(link articolo parte 2)

Foto di Johannes Plenio da Pexels

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