Smettiamola di trovare il nemico, e l’ansia

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Che il giornalismo in Italia sia un mestiere in declino è palese da molti anni,ma ormai posso dire che i professionisti dell’informazione rasentano l’assurdo. A parte pochi rari lumi concessi da alcuni spazi, la maggior parte dei giornalisti ormai fa propaganda, cioè non esiste una vera e propria informazione, esiste una versione dei fatti raccontata per lo più da quasi tutti i pifferai che collima con la realtà stessa. E vi è anche un solo pensiero di natura bipolare, super ecologista, “gretino”, super autocratico, coloniale,e sanitario-ambientalista da un lato, mentre dall’altro è totalmente ultra-narcisista consumista e anarchico. Ma andando a fondo su questo pensiero unico, questa narrazione fatta di un solo colore, vediamo che essa in primis ha bisogno di una cosa, ha bisogno di un nemico. Sembrerà strano ma è così il sistema europeista ha bisogno di alcune ricette ben precise: ha bisogno in primis di un’emergenza, ne abbiamo a valanga da circa 20 anni, dalle torri gemelle in poi, ogni volta c’è una nuova emergenza, prima era il terrorismo, poi è venuta l’emergenza economica, poi quella sanitaria, adesso quella diplomatica, e in parte anche quella climatica. In tutto questo il mainstream fà un bombardamento H24 di notizie monotematiche raccontate da giornali diversi e con un’unica prospettiva, atta a giustificare tutto ciò che fa il governo. Pochissimi che pongono domande, pochissimi che offrono soluzioni, si apre solo una caccia per un ciclo di anni al no-vax di turno, poi all’evasore, poi a chi inquina e via discorrendo. Il nemico è tutti ed il nemico è nessuno, il nemico è un vicino o un lontano, il nemico è un famigliare o uno sconosciuto, ogni volta c’è uno scenario e qualcuno a cui dare la caccia. Ad oggi la caccia è giustificata verso i Russi, verso tutti i magnanti russi, e verso chiunque approfondisce le cause di questa guerra, e verso chi fa notare che forse si deve agire in via diplomatica e non militare. In tutto questo la cappa creata dal mainstream italiano è soffocante si concentra su una narrazione, non offre mai vie di uscita, prospettive, anzi dà la caccia a chiunque pone domande. Sospendiamo la caccia al russo, al no-vax, all’evasore, smettiamo di invocare ogni volta la gogna e apriamo processi che non finiranno mai (vedi il green pass ormai rimasto e che continua a rimanere imperterrito), possiamo forse da un lato cercare di dialogare con il “nemico”, cercare di capire anche se il modo di gestire “l’emergenza” di turno è adeguato o se si può fare di più. Nessuno si pone delle domande su come aprire a soluzioni che non siano per forza una zappa sui piedi del popolo, a suon di austerità, restrizioni, lockdown e guerre. Perchè si è spinti alla caccia all’evasore del retrobottega di 20mq che guadagna 800 euro al mese, senza capire che forse la stessa Italia, che corre da anni dietro all’Europa ha adottato un sistema che distrugge le PMI? Non sto cercando di giustificare chi evade, o chi ha intrapreso azioni militari, bensì sto cercando di dire in modo pacato, una cosa semplice, prima di urlare, prima di vivere nell’ansia perenne, forse dovremmo fermarci e cercare di capire che esistono soluzioni possibilità, esistono storie, esistono equilibri, ed esistono cause (vedi il Dobass ad esempio e una lunghissima guerra fantasma), e situazioni che vanno lette nella sua totalità dove non c’è bisogno di arrivare a un clima di inquisizione e di totale panico. Oggi come domani dobbiamo smetterla di ragionare pensando che vi sia sempre nella crisi l’unica via, un’unica gestione, un’unica responsabilità un’unico nemico, così si creano fideismi, sette, e follie. Oggi più che mai abbiamo bisogno di voci, di intellettuali, di uomini di pensiero, innamorati della filosofia, della cultura, delle tradizioni, del bene, che siano in grado di anteporre a narrazioni ansiogene delle possibilità , delle scelte, dei percorsi, che la maggior parte dei giornalisti ignora sistematicamente ogni volta. Smettiamola di sovvenzionare questi morti che seppelliscono i morti, solo nel pieno dell possibilità, nel dibattito, e nelle analisi possiamo trovare soluzioni, non nel panico nell’ansia e “nell’unica via” invocata dai “professionisti dell’informazione” (ergo pennivendoli) di turno.

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