Modernità, mondo classico e postmodernità

Simone D'Aurelio

(5 min. lettura)

Seppur un piccolo articolo non può approfondire tutto ciò che c’è da dire su questi 3 mondi (e non basterebbero migliaia di approfondimenti) qualche piccolo tuffo nel passato va fatto, non lo dobbiamo solo a noi ma esso risulta necessario soprattutto per le generazioni future, e per cercare di fare un bilancio onesto e realista, che può diventare un punto di riferimento importante per tutti. Ciò che possiamo dire è che parliamo di 3 universi che sono profondamente diversi. Il primo il mondo classico col tempo arriva a una connessione tra fenomeno e noumeno (Aristotele ad es.),iniziando quindi poi a scorgere Dio, e il collegamento necessario tra il mondo ed il suo perchè, lungo il vettore storico la filosofia ellenica incontra il cristianesimo, il Dio che restava ignoto a cui venivano dedicate statue, a cui non si riusciva a dare completezza e definizione (nascosto tra gli abissi teologici e filosofici) viene rivelato, in Cristo infatti il mondo classico arriva a scolpire il volto di Dio, questa fase di piena maturazione teologica,filosofica e metafisica, getta le basi razionali, per un concetto di umanità, di carità, di tempo, di vita, di giustizia,di bene e di male, di destino totalmente riformato e ordinato. E’ un mondo totalmente nuovo, seppur in qualche modo auspicato dai tanti pensatori del passato che non potevano accedere a tutto questo, perchè senza Cristo, rimaneva o il popolo ebreo, una piccola zona germinale, oppure un vasto occidente preso da culti pagani, e da strane visioni politeiste, che aveva un’errata interpretazione della concezione di Dio, questo a sua volta portava a una concezione di umanità, di bene e di male, di etica, che era parzialmente intravista ma con diversi errori ed orrori, si pensi ai sacrifici umani fatti per Dio, il cristianesimo porta a una vera definizione e ad una rettifica dei problemi: Dio si sacrifica per l’uomo, il tempo non è ciclico ovvero come pensavano gli ellenici bensì vettoriale, il Dio cristiano non è solo il primo motore immobile bensì Colui che è / Colui che c’è, un Dio che non lascia da solo l’uomo ma interagisce con lui e partecipa attivamente nella sua vita, soffre con l’uomo, anche il concetto di amore cambia. Il mondo classico cerca Dio nel noumeno, lo intravede, ma giunge a maturazione solo dopo la rivelazione, con il popolo ellenico trova valori, principi, e stabilità metafisica, e si completa nell’incontro con il mondo cristiano arrivando anche a una maturazione teologica: da li in poi anche uguaglianza fraternità libertà, vengono per davvero ordinati segnando la storia dell’europa. In tutto questo dopo un lungo tempo di prosperità, arriviamo a Lutero, da qui si torna indietro, possiamo parlare di inizio della modernità (insieme all’umanesimo). Lui segna per primo un regresso teologico, il volto di Dio torna a essere lontano, perchè la concezione Luterana di ragione, è totalmente distante da quella cristiana, non vi è più fede e ragione, ma solo fideismo (una fede ingiustificabile), che rende vane le opere, infatti Lutero contraddetto da San Giacomo definisce la sua lettera un’epistola di paglia, per non parlare della visione capovolta di libero arbitrio, di destino e tutto il resto, una parte dell’Europa, viene influenzata da questa visione di Dio che diventa lontano dall’uomo. Ancora di più la diga della modernità si apre con Kant qui in fatto non di errori teologici bensì metafisici, gli atei usano sempre il testo della Critica della ragion pura di Kant, ignorando prima di tutto la Critica della ragion pratica (ergo usano solo ciò che gli fà comodo ignorando ciò che afferma Kant in conclusione) ma in realtà l’errore metafisico, non ci rimanda al mondo pre-cristiano che era alla disperata ricerca del volto di Dio, ma ci porta verso l’abisso, perchè il noumeno scompare e questo è il grandissimo problema della modernità, tutto ciò apre alla filosofia e al mondo moderno, da qui l’universo diventa un’assurdo (Sartre) ma anche la concezione etica entra in crisi per fare spazio all’utilitarismo (Bentham ecc.), la concezione di umanità viene stravolta dai vari totalitarismi, i rapporti umani vengono visti in modo unilaterale (Marx), e tutto ciò che riguarda il mondo della fede si riduce a una sovrastruttura artificiale (Feuerbach), una crisi spaventosa travolge l’occidente, il colonialismo inglese si fa aiutare da Darwin e Malthus, per distruggere l’intera antropologia classica, perchè funzionale ai suoi scopi, rescisso il collegamento metafisico, il solo fenomeno cambia di aspetto, sostanza e finalità, la scomparsa del noumeno rende inspiegabile il fenomeno sotto ogni aspetto, l’universo, l’umanità, le azioni, la società, diventano estremamente utili ma senza un fine, senza un perchè, da tutto ciò si arriva a una serie di follie ideologiche sotto ogni aspetto, dallo scientismo al positivismo, dal liberismo al marxismo, dal materialismo capitalista alla turbofinanza. Il concetto di persona viene stravolto per aprirsi a quello di individuo. La modernità non solo non trova il volto di Dio e quindi lentamente perde definizione finale su tutto, ma rigettando la metafisica, vive immersa nel fenomeno senza però riuscire a trovare una misura razionale ad esso in ogni campo, dall’uomo alle relazioni, dallo sviluppo stesso della società fino alla nozione di fine, dall’azione politica a quella culturale ogni elemento perde la propria essenza,la propria necessità e razionalità. Sullo sfondo la modernità è l’apripista necessario alla post-modernità: la scomparsa del noumeno nel mondo moderno apre alla scomparsa del fenomeno nel mondo postmoderno, così si spiegano chiaramente la cancel culture, il gender fluid, e il ribaltamento di qualsiasi valore, seppur il modernismo vedeva dei valori nel fenomeno senza poterne capire la base stabile, il postmodernismo vede il valore solo nella scelta del soggetto, ovvero il valore esiste se è il soggetto a dire che vi è, non esiste in se per sè, da qui si può giustificare l’aborto, l’eutanasia e tutto il resto, in ovvio contrasto con il mondo classico anche pre-cristiano. In tutto ciò abbiamo la negazione della realtà, non solo nelle potenziali cattive interpretazioni del mondo moderno. Possiamo notare che il mondo classico e cristiano è in relazione, e in una triangolazione tra me il prossimo (la società) e Dio, le scelte vengono fatte “di fronte a” Dio, la società, di fronte a se stessi e il proprio essere uomini, e vi è una relazione necessaria e costruttiva del tempo, il presente è possibile e vi è anche un futuro, dato che vi è un passato, e non finisce tutto con la morte: l’essere e i valori non sono diluiti nel tempo, non vi è l’immersione dell’essere nel relativismo per far spazio al solo divenire, il fine è il senso vi sono, come vi è una nozione organica di comunità, di persone connesse tra loro, il cui collegamento necessario è Dio, ma anche le generazioni sono collegate nel tempo data la nozione di tradizione, collegamento anche con chi non è più tra noi, i diritti sono chiaramente collegati ai doveri e allo status dell’essere.

(link articolo parte 2)

Foto di Tetyana Kovyrina da Pexels: https://www.pexels.com/it-it/foto/macchina-da-scrivere-nera-classica-sullo-scrittorio-di-legno-marrone-942289/

Comments (4)

  • Luigi Copertino

    15 Luglio 2022 at 21:17

    Caro Simone,

    un articolo davvero molto bello, puntuale, sapiente. Che tutti dovrebbero leggere come introduzione alla Metafisica. Bravo. Complimenti. Vorrei, se me lo consenti, lasciare qui una osservazione in ordine alla questione della linearità del tempo nel Cristianesimo, perché si tratta di un tema troppo frettolosamente affrontato da tanta parte della riflessione filosofica e teologica ma senza cogliere un aspetto importante che se non allontana la Rivelazione dalla Sapienza antica tuttavia la caratterizza in modo peculiare. L’orizzonte dell’esistenza umana, come genere e come singolo, secondo la Rivelazione cristiana non si dipana lungo una linea che progressivamente va dal primitivo al perfetto secondo uno schema evoluzionistico. É questo che afferma, erroneamente, molta teologia moderna evidentemente a digiuno delle prospettive metafisiche ben presenti, invece, ai Padri della Chiesa come ai Dottori medioevali. Se è vero che «Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine» (Apocalisse 21,6) è allora evidente che, contrariamente a qualsiasi visione lineare della vicenda storica umana, alla Fine (la quale, certo è anche il Fine, il Telos) ritroveremo il Principio, l’Uni-Trino dell’Origine. Ciò che, piuttosto, differenzia la Rivelazione di Giovanni, l’Apocalisse, dalle concezioni extra-abramitiche della ciclicità ininterrotta e ripetitiva, costruite sulla ciclicità del tempo naturale che tuttavia non è la stessa cosa del tempo storico (solo l’uomo, non le altre creature, conosce la dimensione della storia), è l’Unicità dell’Evento dell’Incarnazione che postula l’Unicità della Vicenda di Creazione, Redenzione, Realizzazione del Disegno Divino nel ritorno all’Uni-Trino originario. Pensaci sopra. Un caro saluto ed a presto.

    Luigi Copertino

    1. Simone D’Aurelio

      15 Luglio 2022 at 21:40

      Ciao Luigi grazie che sei passato (e sei davvero una persona bravissima),oltre che gentilissimo. Questo è un piccolo spazio che ho creato con diversi articoli, ma diciamo che il blog è (purtroppo) sconosciuto, nonostante i pochi che hanno letto le mie osservazioni sono rimasti colpiti in positivo e questo mi ridà un po si speranza augurandomi di far del bene. Sono stato solo molto letto per qualche giorno grazie a Daniele che è stato disponibile e mi aveva dato rilevanza su Sfero in modo gratuito. Comunque,si purtroppo è un tema importante quello che tu sollevi è che viene ormai rilegato all’angolo. Secondo me il motivo si può ricondurre a un problema di instaurazione implicita del darwinismo filosofico che comunque è presente nella società (sport, scuola, lavoro, economia) e quindi è arrivato anche in modo distorto nei vari seminari influenzando certe concezioni, ma la mia rimane un’ipotesi al riguardo. Purtroppo anche su Darwin c’è molto da dire, io qualcosa ho scritto al riguardo,ma in fondo è dal colonialismo in poi che questa teoria è funzionale a una classe dominante, mi spiace per i ragazzi,perchè crescono con una concezione di scienza assurda uno tra i primi pionieri che poi pagò personalmente le sue scoperte sui problemi della macro evoluzione aveva scritto una frase bellissima: «Tutti i manuali di scienza per le scuole partono da una premessa (o addirittura da una vecchia mitologia) scientista, cioè dalla convinzione che la scienza sia in grado di dare una risposta a tutti i problemi. In tal modo si nega o si nasconde che la scienza si aggira nel mistero e che ogni sua scoperta apre un nuovo mistero.»
      (Giuseppe Sermonti)
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