Un percorso d’acciaio

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

La fede cristiana, viene vista da molti come un semplice “credere” in qualcosa di vago, di ignoto, come un “credere in qualcosa lassù”, una fede del genere che crede in una “vaga entità” che “forse c’è” non è una fede. Il cristianesimo non è una fede astratta, bensì crede in una Persona è in quella persona riformiamo gli aspetti individuali e collettivi del nostro essere. Il cristianesimo è un muro di bronzo, la nostra fede sul piano teorico e pratico ha una forza unica, e infinita, si crede per ragione, con cognizione di causa, non viviamo nel fideismo, bensì la radice del nostro credere è collegata alla storia, alla ragione,alla scienza. E abbiamo fiducia in Colui che tutto può. I nostri passi nella fede, sono forti, la nostra fede è pura forza, ed è qualcosa di pratico non solo di teorico, non mi stancherò mai di dirlo, la nostra fede è performativa, e non solo informativa. Essa alterna teoria e pratica, modella l’essere, lo porta a fare un percorso universale di fronte a Dio, collettivo e anche personale, in un rapporto tra soggetto e oggetto. Mosè, i profeti, gli apostoli, i santi, i giusti, i martiri, vivono e confessano che tutti gli aspetti della nostra vita vanno ordinati di fronte a Dio, e in Lui trovano la chiave del nostro vivere, il senso e la concretezza e sopratutto in relazione a Dio fanno un percorso ognuno con la sua personale storia, ognuno con il suo personale sentiero, ognuno nel proprio personale contesto. In fondo il senso universale del nostro essere come creature, il bene e il male, i criteri etici, una definita antropologia, una realista interpretazione della materia e della cosmologia, sono salvati da Dio. Senza Dio crolla ogni indisponibilità, e viene a mancare tutto, la base metafisica che ordina tutti i valori, l’Essere necessario che può giustificare gli altri esseri, il criterio etico e di giustizia che può salvare il fine e le nostre azioni. Proprio la nostra forte base filosofica attaccata alla realtà, ci permette di vivere una fede che è anche pratica, che ci impegna concretamente nella nostra vita, nella nostra mente, nelle nostre azioni, nella nostra ricerca continua dei sacramenti, nel nostra riforma al nostro stile di vita. Ciò che viene fatto da Dio rimane inscritto lungo il vettore storico, mostrando agli altri popoli tutto ciò perchè Dio mostra per davvero chi è, razionalmente e concretamente, teoricamente e praticamente: “Ciò che è notevole è che, di secolo in secolo, e per diciotto secoli indipendentemente dall’ambiente sociale al quale appartengono, nei diversi momenti storici, nei contesti umani più disparati, tutti dicono la parola di Jhavè, lo stesso fondamentale insegnamento; e ciò fino all’ultimo dei profeti d’Israele, il rabbi Jeshua di Nazaret. Qualche volta essi si conoscono tra di loro. Geremia conosce l’insegnamento del suo grande predecessore Isaia. Ezechiele conosce l’insegnamento di Geremia. Altre volte invece essi sono indipendenti gli uni dagli altri. Comunque, annunciano e insegnano la parola di Jahvè. […] Insegnano sempre tutti uno stesso ed unico Dio, un’unica verità” (Claude Tresmontant, Dio ci ha parlato? Ecco il problema, Edizioni Paoline, 1971, pp. 125-126). Tutti i profeti annunciano la stessa Parola, parlano di un insegnamento che non viene da loro, per moltissimi secoli. Nessuno di loro parla di una religione personale, e non “fabbricano” divinità come facevano gli altri popoli, questi uomini annunciano un solo Dio che è altro dal mondo e una precisa legge, una precisa Parola. In contesti storici ed ambienti diversi e anche di fronte al rischio della morte e a qualsiasi prezzo, i profeti e poi gli uomini di Israele testimoniano nella storia dell’umanità di un codice, di una giustizia di un Dio che non è racchiuso nell’esperienza esterna, bensì che tutto è il frutto di una rivelazione spontanea, e che questo Dio esiste e non è il mondo. Tutti testimoniano che Dio non è l’universo, salvando così la concezione di tempo dalla maledizione ellenica, confessano tutti insieme che non vi è un panteismo,quest’ultimo rende il ruolo e il senso di Dio e dell’uomo (comprese le loro azioni) totalmente inutili e contraddittorie. Tutti gli uomini veri di Dio, predicano a qualunque costo la sua Parola, anche di fronte a ripercussioni di ogni tipo, sono testimoni, di una Parola e di una giustizia, e di un’etica, che ha base nell’Assoluto, di una legge che è fatta per divinizzare l’uomo, per renderlo degno dell’incontro con Dio per grazia, nessuno di loro lungo l’asse temporale contraddice l’altro, anzi ognuno di loro conferma. Tutti sono testimoni di un’Essere, di una verità, di una legge che non è distrutta dal tempo. La vera fede è forza è fuoco, è coerenza, è storia, è tradizione, è razionalità ed è inscritta per secoli e secoli nella storia del popolo ebreo per prima, e in seguito nel mondo cristiano.

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/fotografia-in-scala-di-grigi-di-catena-220237/

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