La società liquida, e come uscirne

Simone D'Aurelio

(5 min. lettura)

C’è rimasto qualcosa di solido in questa società? Per quanto possa sembrare delirante il quesito bisogna notare come nel nostro vissuto l’astratto ha il predominio in ogni sua forma: il relativismo assoluto come filosofia incontrastata e tirannica della nostra società, paventata dai radical chic, sbandierata su tutti i giornali, ed imposta tramite un’ottimo sofisma, il lavoro che diventa sempre più online e da remoto, i soldi che scompaiono all’interno a delle carte e conti virtuali, l’economia vera inghiottita dalla superfinanza hi-tech, le identità culinarie devastate e prevaricate dai McDonalds e Burger King di turno, le relazioni ormai diventate totalmente fluide sotto il linciaggio mediatico dei radicali. Vediamola sotto diversi aspetti, la nostra evaporazione non si ferma solo qui, i valori comuni del nostro essere sono ormai immersi e disciolti nell’acido e ridotti a opinione personale, le prese di posizione di qualunque tipo viste come un fascismo, il nostro linguaggio inghiottito sempre di più da una serie di termini anglofoni, le identità biologiche diventate espressione insignificante, così come mamma e papà sostituiti da genitore 1 e genitore 2. La neutralità assoluta, la totale fluidità, l’eterno divenire senza mai essere nulla, ormai è visto come progresso assoluto. Gli impegni interpretati come una sciagura, ogni limite a livello di libertà sentito come un disagio, ogni matrimonio visto come un bigottismo isterico. Tutte le relazioni e le decisioni prese sulla base dell’utilitarismo e non in base a ciò che riguarda dei principi del nostro essere. Se andiamo a fondo anche l’identità collettiva, la nazione, diventa fluida, la politica ormai prende ordine da Bruxelles, e dai suoi tecnici, i comuni e i lavori pubblici vivono solo di fondi dell’UE, la guida legislativa economica e pratica del paese decisa solo ed esclusivamente da forze sovranazionali che probabilmente non hanno neanche mai avuto simpatia o amore per il nostro Belpaese. I piccoli artigiani schiacciati da una tassazione che incoraggia solo ed esclusivamente le anonime multinazionali, le nostre botteghe di sartoria devastate dai mega centri commerciali pieni di catene, le nostre librerie prese d’assalto da scrittori di estrema sinistra, che invocano l’oikofobia più sfrenata e la distruzione di ogni confine per creare il “grande stato d’europa unito“. Più in profondità si è perso qualsiasi orientamento e qualsiasi prospettiva, qualsiasi senso e anche qualsiasi finalità, il che porta a una vera disperazione dell’essere. A parte la comodità di avere l’ecologica dea Greta e i “gretini”, e oltre a un Fedez che fa il finto ribelle firmando contratti multimilionari con Amazon non troviamo nulla. La società di oggi, è evaporata, il fenomeno è scomparso, deragliato, ormai ridotto a uno straccio perchè privo del noumeno. Ormai da una società organica di persone (come nelle società tradizionali) siamo arrivati a mere entità chiuse in noi stesse e che al massimo si confidano con lo psicologo di turno. La socializzazione è rilegata alle app, la conoscenza che si basava su eventi pratici soppiantata da un’insieme di pulsioni, la spiritualità rilegata a opinione. In questo tunnel non si salva più nessuno e Pasolini aveva previsto che presto avremmo avuto a che fare con consumatori senza volto, la cui identità rappresenta un problema per un mercato che vuole semplici individui anonimi, ma tutto ciò rappresenta anche un problema per una politica che non vuole persone ma semplici passacarte. E in tutto ciò sono finite anche le virtù, moltissimi ragazzi hanno già la pappa pronta, la loro comfort zone di livelli spaventosi, li porta a vivere nel lusso e nella totale pigrizia: ormai non si importano di nulla,l’unica esclusione riguarda il loro piacere personale e gli obiettivi temporali che provano in modo vano a rimpiazzare principi e valori. Le parole devastate dagli asterischi, l’etica ridotta a un’insieme di impressioni, quei valori fondanti delle civiltà dei secoli passati e frutto di ragion naturale ormai ridotti a prese di posizione retrograde. L’approvazione misurata a suon di like, l’apparire come unico metro del nostro essere. La società liquida è ormai di fronte ai nostri occhi, basterà una qualsiasi paura un qualsiasi pretesto per piegare le persone ridotte a individui a fare qualunque cosa, anche la vita è diventata un valore relativo, tutto è ormai diventato fluido punto di vista. Il nostro conto in banca e tutta la nostra intimità sono racchiusi in telefonini. La ricchezza da reale e tangibile in forza virtuale. La nostra concezione di benessere racchiusa in fumose idee consumistiche che mai ci sazieranno. Eppure per ripartire basta poco, occorre capire prima di tutto le conseguenze di questa presa di posizione, infatti l’occidente è benestante a livello materiale ma totalmente distrutto sotto il profilo dell’essere, depresso psicologicamente, sopravvive ma non vive. Regredito sotto ogni aspetto ad eccezione di quello tecnico, si può capire come il mainstream decanta una vittoria di Pirro,e come sopratutto noi oggi non viviamo il vero benessere, la nostra generazione è solo viziata e non vuole crescere, vuole password di vita e non l’accesso verso il fine e la felicità. Non vuole fare un percorso bensì solo godere illimitatamente. Dobbiamo semplicemente ripartire da una base precisa e solida, l’unica possibile che per paradosso, si pone come “astratta” nei nostri tempi, l’unica vera strada per uscire da questo infame tunnel è imboccare la virtuosa via che conduce verso l’essere. Andare verso quel percorso che dal noumeno ridà vita al fenomeno, è la strada performativa per l’essere e la società,per rispondere alla cancel culture, dobbiamo andare verso Colui che è, l’unico, che può dire “Io sono Colui che sono”, l’unica indisponibilità per eccellenza che può salvare le altre, l’unico criterio da cui può ripartire l’agire dell’uomo, in senso etico finalistico, temporale e scientifico. Tolto Dio dal panorama si toglie tutto, nel tentativo massonico, marxista e giacobino di rilegare il cristianesimo agli angoli della società e di distruggere la religione in realtà apriamo a un suicidio individuale e collettivo. Il tentare di rilegare l’essere, chiave del mondo tradizionale e delle grandi società è un tentativo di suicidio. Proprio il recuperare Dio, salva i valori, salva l’etica, salva le identità, salva l’uguaglianza, salva le nostre azioni e il problema del male, salva la verità, ci salva dalle concezioni errate filosofiche metafisiche, teologiche e scientifiche. Per uscire dalla società liquida, e dall’eterno fluire,per salvarsi dal totale nichilismo e dalla morte e dallo scorrere del tempo, occorre chi non è soggetto al divenire, l’unico che non è schiavo del tempo, delle manipolazioni, chi è immune all’influenza chi non si piega di fronte a nulla. L’unica certezza che può dar vita alle altre, l’unico assoluto che può ordinare e giustificare il relativo. Per tornare alla società solida, per tornare ai principi e a vari valori, per tornare alla famiglia, e una vera nozione di bene, per tornare a una comunità organica serve Dio. Il più grande nemico dei radicali e della società liquida.

Foto di Josh Hild: https://www.pexels.com/it-it/foto/piove-in-citta-2448749/

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