Elementi geometrici presenti negli impianti metafisici

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Se c’è un’elemento dominante nella filosofia e nella metafisica Marxista, è il cerchio. Marx attribuisce al moto circolare della terra la capacità di auto-rigenerarsi (si veda C. Tresmontant “Le idee fondamentali della metafisica cristiana” pag. 111-143), insomma per Marx la metafisica ha una “geometria circolare”, e questo movimento consente all’universo di essere divino, il suo pensiero assume la stessa forma nella concezione della storia, tutto si riduce infatti per il filosofo a una continua lotta tra dominati e dominatori, un moto circolare perpetuo, ma possiamo dire lo stesso per la concezione di benessere per Marx essa si raggiunge con lo stringere l’umanità intorno a una circonferenza: quando tutti saranno ricchi il cerchio si chiude. Seguendo questa scia, quante persone che conosciamo concepiscono la storia, e le fasi storiche, ipotizzando che “tutto torna”, pensando alla reincarnazione, al Karma, al fatto che tutto viene riproposto in un ciclo infinito, e tutto si consuma qui sulla terra. E questo quindi è un modo di ragionare; sferico o circolare. C’è un’altra concezione, diffusa da sempre nel mondo, ovvero quella super-relativista dei giorni nostri, arrivata ormai a un solipsismo, che riconosce solo ed esclusivamente il relativismo assoluto come unica opzione di vita, in questo caso tutto viene concepito “geometricamente” come in un puntino in un foglio, non vi è un moto, un movimento, non vi è una direzionalità filosofica o metafisica, tutto rimane in una prospettiva del tutto inspiegabile, il noumeno è annegato in una prospettiva incomprensibile, ma anche il fenomeno appare in modo parziale ma totalmente incompleto senza senso e senza possibili spiegazioni, vi sono per gli iper-scettici e i super relativisti solo interpretazioni e non i fatti, abbiamo le teorie e nessuna certezza di qualunque tipo e portata. La nostra prospettiva filosofica e metafisica non ha un’inizio e una fine non ha un “da dove” e un “verso dove”, è come se fissiamo un punto su un foglio bianco su cui non ci sono spiegazioni di nessun tipo, ognuno vive annegato in quel punto che è anche il punto di vista. La storia non e il benessere non vivono una circolarità bensì è solo frutto di prospettive e di interpretazione date dai vincitori che l’hanno scritta interamente, il benessere viene concepito solo e soltanto in una prospettiva assolutamente personale, e via discorrendo con questo ragionamento è come se fissiamo un punto sul nostro foglio senza inserire altro e senza dare spiegazioni plausibili valide a livello filosofico e metafisico. C’è un’altro modo di ragionare, di vedere le cose, e di concepire la storia, gli eventi e determinati concetti, se facciamo capo a questa terza opzione vediamo che questa metafisica e questa filosofia ragionano in modo lineare, o vettoriale più precisamente, e come se nel nostro quaderno bianco appare un vettore, che ci da orientamento, la storia diventa un processo che porta con se ripetizioni ma che ha anche una fine, e non è un’eterno ritorno, l’universo in questo caso viene visto come creato e non viene concepito come creatore e auto-artefice di tutto,la materia, il bene e il male acquistano senso e possibili spiegazioni, il tempo viene concepito come direzionale, il percorso dell’uomo e le sue azioni non sono destinate a essere assorbite in un moto circolare che distruggerà ciò che abbiamo fatto, bensì lascia spazio al nostro libero arbitrio perchè è una linea orientata che da senso a ciò che facciamo, in questo caso ragioniamo con la filosofia e la metafisico ebraico-cristiana. Con essa c’è un “da dove” e un “verso dove”, ogni cosa assume una prospettiva sostenibile. La stessa verità non è un punto solipsistico è quindi impossibile. Questo modo di razionalizzare parte da un punto specifico che sblocca tutto il resto: ovvero dalla concezione e dal principio di base che l’universo non è l’unico essere, questa affermazione concede di ragionare in modo lineare concependo l’universo come non divino, e quindi in questo caso le scienze sperimentali sono accettate, e possibili, ma anche la stessa vita dei singoli e della società acquista un senso collettivo e individuale, universale e valido: non tutto viene riassorbito nel “cerchio” oppure non tutto finisce nel “punto” e nelle prospettive che non possono spiegare perchè vi è il fenomeno. Questi modi di ragionare influiscono su di noi, questa “geometria metafisica“, che utilizziamo, influenza la filosofia, e a sua volta la concezione di tutto il resto, dai rapporti di forza alle soluzioni politiche e sociali, per i cristiani i dominatori ci sono e ci saranno ma non si conclude tutto nel cerchio tratteggiato da Marx, perchè la storia prende una prospettiva vera, dove gli eventi sono frutto delle nostre azioni personali e collettive, e tutti saranno giudicati nel bene e nel male, la giustizia è plausibile è non è solo una questione di prospettive, con una “geometria metafisica” relativa ci ritroviamo solo un punto che indica invece che è tutto interpretabile dal soggetto, ma possiamo pensare anche alla comunione, o al vero benessere, per il cristiano tutto ciò è possibile in un rapporto con Colui che è altro dal mondo, per Marx invece il benessere è raggiungibile solo con la materia, e riuscendo a instaurare qui il regno dei cieli. Il “ragionamento vettoriale” comprende che le situazioni si ripercorrono ma non sono uguali, e sopratutto non cerca di amalgamarle, questa metafisica è conscia del fatto che i poveri ci saranno sempre, come annunciato dal Rabbì e non vive di utopie. Lo stile metafisico relativista, che si tratteggia con un punto indecifrabile sul nostro foglio vede l’esistenza di Dio impossibile da spiegare e indagare. Come possiamo intuire quindi ogni stile geometrico, ogni “modo” e metodo porta a determinate conclusione e a direzionalità totalmente diverse, il marxista pensa a redimere l’universo con la dittatura del proletariato, per il relativista il concetto progresso collettivo o individuale è solo frutto di opinione, per il cristiano questo qui invece è solo un passaggio dove scolpiamo noi e il mondo, ma non ci illudiamo di redimere il mondo a suon di ragionamenti circolari e fallimentari come mostrano gli ultimi secoli di fallimenti comunisti, in una prospettiva metafisica razionale possiamo dire che il mondo l’ha redento Cristo.

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