La necessità di Dio nello stato (pt. 4)

Simone D'Aurelio

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Ma vi è ancora di più, uno stato che esula il discorso di tradizione e che allontana Dio arriva anche ad avere un’assenza di tempo, quest’ultimo infatti diventa sempre più confuso è difficile, la tecnica ci catapulta nell’eterno presente, così come il mercato, l’uomo invece ha bisogno di un passato e di un futuro per vivere un presente dignitoso. E il finito ha bisogno di rapportarsi con l’infinito. Non vi è più una direzionalità e un orientamento, con la scomparsa del sacro, siamo immersi ogni giorno in una ristrutturazione soggettiva di tutto l’uomo, compresi i nostri comportamenti, per lo più condizionati da un forte potere comunicativo della stampa che a sua volta è influenzata dagli interessi dello stato. Il discorso del tempo richiama il marxismo, il suo impianto che esulava Dio si è basato temporalmente proprio su questi elementi collegati: il rigetto del passato e il sacrificare il presente per un futuro migliore, con la futura promessa messianica di un avvenire che avrebbe redento il mondo, ma con questa promessa distopica siamo arrivati a oltre 100 milioni di morti. Nello spirito delle grandi tradizioni e nel cristianesimo il presente non si sacrifica, perchè chi lo distrugge non può costruire un futuro migliore, il passato è identitario è fondamentale, in termini di valori, di dono, di concetti, e d’insegnamenti. Il futuro è possibile, perchè non siamo immersi nell’eterna immanenza. In tutto questo la scomparsa dell’infinito ha gettato nel caos l’uomo che non sa come rapportarsi con il tempo finito, se tutto viene assorbito con la morte, tutto diventa vano, lei avrà l’ultima parola su tutto così svanisce anche il significato delle nostre azioni, se non nell’immanenza per il resto tutto viene assorbito nell’ottica atea dalla morte stessa. Il che rende il nostro percorso in fin dei conti indifferente nelle scelte. Guardando avanti dobbiamo inoltre riflettere anche sui valori espressi nella costituzione, essi sono cancellabili solo in uno stato che cancella pubblicamente Dio, gli orrori della guerra sono possibili in una società che si svincola dalla teologia, il profondo rispetto per l’altro,e importanti articoli di moltissime costituzioni si basano su determinati principi etici, che riconoscono (almeno in minima parte) degli insegnamenti cristiani, o almeno una dualismo ontologico. Questo significa creare una forte classe dirigente che non può stracciare la costituzione a suon di dpcm. Riprendere Dio in ultima istanza significa riformare tutto: dai valori trasmessi di generazione in generazione alle nuove scoperte, dal concetto di famiglia allo scolpire la nostra identità in quest’incontro, sia a livello collettivo che individuale, ma anche il ritrovare la cosiddetta uguaglianza nelle differenze,è possibile solo nella prospettiva verticale, quella prolifica, plurimillenaria che connette uomo e donna, famiglia, maestro e discepolo, clero e fedeli. Ritrovare Dio significa anche dare delle risposte ultime, e vedere il “da dove” e il “verso dove”. Avere a che fare con Dio nello stato significa anche avere a che fare con l’unità, Dio infatti è trascendente ed è il garante tra noi e gli altri ad ogni spazio e ad ogni tempo, esso è in grado di creare una coscienza pubblica che non è sconfitta dall’immanenza.

La classe politica deve inserire nei suoi programmi lo spirito delle grandi tradizioni e affrontare a testa alta il problema di Dio solo così si potrà rispondere alle domande ultime che ci accompagnano da sempre, o per lo meno riuscirci in parte e intravedere la meta, uno stato coraggioso esce fuori dalla ragione debole e dal nichilismo filosofico, è in grado di fornire ai suoi cittadini gli strumenti per affrontare l’inquietudine radicale dell’uomo. Un’istituzione che capisce di essere nella storia ma non totalmente della storia, e si riallaccia con il sacro può essere considerata saggia. Essa porterà a risvegliare l’anima del suo popolo e potrà creare legami portando l’uomo ad essere felice in una comunità organica. Nel legame che c’è tra sacro e profano possiamo leggere anche il legame che ci deve essere tra potere temporale e potere spirituale, in continuo dialogo l’uno con l’altro, il solo potere temporale ripiegato su se stesso non riesce a rispondere al cuore dell’uomo, ha bisogno nel suo intrinseco di un dialogo e di una direzionalità fornita dal potere spirituale. Oggi in Europa, una generazione sempre più fragile, e autolesionista ha perso la relazione importante che c’è tra sacro e profano, tentando di eliminare il primo, ed esaltando il secondo senza rendersi conto di mettere di fronte a se nuovi vitelli d’oro,che sia il piacere fisico sopra ogni cosa, slegato da ogni responsabilità e moralità o che siano le ricchezze materiali, o la brama di potere e di controllo, l’uomo respingendo Dio, in fondo respinge se stesso a livello pubblico e privato, e cerca di sfuggire al destino soprannaturale che l’aspetta.

Foto di Lara Jameson: https://www.pexels.com/it-it/foto/barca-giocattolo-navigazione-cartina-geografica-8828579/

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