La regalità di Cristo

Simone D'Aurelio

(5 min lettura)

Per i cristiani Cristo è Re Sacerdote a Profeta. E’ interessante vedere come Egli rappresenta un Re totalmente diverso dagli altri; la figura del Rabbì infatti è paradossale rispetto alle altre figure regali terrene, perché rompe lo schema e la concezione di re terreno, non si presenta come nessun imperatore di questo mondo, è palese. Nessun cavallo bianco rampante come Napoleone, ma sale al tempio su un asinello, nessuna veste sfarzosa da grande conquistatore ma solo una semplice tunica, non forma un esercito di militari ma degli uomini di preghiera, non si presenta con la forza ma con umiltà. La sua corona è di spine, non d’oro come quella dei potenti. Barabba gli viene preferito e poi viene lasciato giustiziare. La sua figura storica è in netto contrasto con tutti gli altri potenti:
” Egli non cerca il contatto di quelli che sono grandi e importanti in questo mondo, ma di coloro che sono piccoli e smarriti; è il Signore del creato, eppure possiede meno degli animali: non ha dove posare il capo, eppure ha il potere di disporre del Sabato; è soggetto a stanchezza e a paura, anzi lo si può giustiziare, tuttavia egli è il rappresentante di Dio in terra ed è signore di vita e di morte. ” (1)


Non promette ricompense terrene come tutti i grandi imperatori, ma parla di ricompensa presso Dio, al di là, di questo mondo. Guarisce, fa miracoli, e si occupa di ogni persona che incontra, non si rivolge in maniera esclusiva solo a consiglieri e nobili. Si fa maltrattare ma prega per i nemici, i potenti invece giustiziano i propri avversari li schiacciano. La sua vita pubblica non è una vita di conquista terrena bensì ontologica e spirituale: porta l’uomo a uno status di essere rinnovato, a illuminare anche la sua coscienza, tutto il suo orientamento passa dalla realtà terrena a quelle divina, Egli entra sempre più in forte dialogo con noi, per farci guardare l’alto e metterci in relazione con Dio, al contrario dell’imperatore che vuole il popolo concentrato sulla realtà terrena per i suoi interessi. Non cerca l’elogio e lo sfarzo ma la povertà e una perenne comunione con Dio:
“Il Re divino non deve solo venir conosciuto ma anche riconosciuto, servito e amato.
Non si può evidentemente trascurare le ragioni che giustificano l’uso di un titolo
così ricco di gloria e di grandezza per il nome di Cristo. [….] Tale titolo gli spetta
perché gli è riconosciuto dalle pagine del Vecchio Testamento come tipicamente
messianico, ma ancora di più perché egli stesso si proclama apertamente Re, e lo
confermò dicendo che gli era stato dato “ogni potere,in cielo e in terra” (Matteo
28,18). Diritto che comunque gli spetta per natura (cioè in virtù dell’unione
ipostatica, per cui l’umano e il divino in lui sono congiunti) e anche per conquista cioè
per redenzione. È specialmente su questo diritto di conquista,vale a dire sul dono
amoroso che Gesù ha fatto di sé per nostro amore,che si fonda il riconoscimento
della natura del regno: non terreno, non violento, non tirannico, non di parte o di
razza ma spirituale, universale, benefico. Esso dunque ha come campo di esercizio
principale la coscienza umana, nella quale opera la sua rigenerazione interiore” (2)

Cristo è veramente Re, dà l’esempio e si spende per tutti gli anni della sua vita per la
santificazione dell’umanità, l’insegnante che vive i suoi stessi insegnamenti è una vera guida
coerente.
Il Rabbì è Essere, ed è, al tempo stesso il dono di sé elevato alla massima potenza, vive tutte le
tentazioni (ricordiamo anche bene le prove nel deserto), insegna, salva e converte, guarisce,
istituisce e da l’informazione necessaria che andrà ad edificare la Chiesa da Lui istituita, e da lì
di nuovo si dona in ogni confessione per salvarci dalla dannazione e negli altri sacramenti
anche per darci forza e sostegno. Da più di 2000 anni, ancora oggi Cristo si
presenta in tutti gli altari come sacrificio nuovo e perpetuo per la nostra vita, per riscattarci
dal peccato ed edificarci in Lui. Con il corpo va fino all’estremo martirio e non si risparmia fino
alla fine.
A differenza di altre religioni, viene testimoniato nei vari vangeli, non rimane un semplice
scritto autoreferenziale, no, viene e vive la nostra condizione, e si fa vedere, non
sta nascosto e non si oppone alla ragione umana ed ha infiniti modi di porsi che portano sempre a illuminare la nostra vita nella Sua via.

Il Rabbì si rivela al mondo e nel mondo, collegando il piano orizzontale e verticale, incarnando cielo e terra.
Non si pone come un conquistatore di questo mondo, come fanno molti che vogliono
dominare spesso con regimi di paura, tirannia, senso di colpa, privazione delle libertà e
inganno, no, Cristo è l’esatto opposto dei regni di questo mondo, il suo impero non si instaura
con la forza militare, politica ed economica, non è di una nazione. Il suo regno è materia viva, e non è succube del contesto storico in cui viviamo, no, il regno di cristo è semplicemente a-storico, e per esserlo deve richiede sempre l’assenso libero, consapevole e volontario dell’umanità che aderisce alla sua proposta. Al contrario dei regni del mondo viene per prendersi le colpe che da soli non possiamo pagare e per scacciare via le paure. Viene per ridarci la luce, la sicurezza, la pace, e la pienezza proprio per la Sua natura missionaria, santa e caritatevole. E’ l’amore cristiano che parte dalla pienezza dell’io per dare vita al tu, in un regno fondato sul
perdono e non sulla colpevolizzazione, sulla redenzione del male e non sulla sua vittoria, sull’istruzione e non sull’ignoranza, sul benessere anziché sul malessere, sull’onestà al posto della bugia, sul significato al posto del nonsenso, sulla chiamata dell’uomo a diventare cooperatore di Dio al posto del disperato esistenzialismo.
Gesù non chiama l’uomo all’eredità del mondo ma al contrario di tutti i conquistatori,
ma ci vuole dare una ricompensa eterna, “l’ultima realtà” come diceva M. Schmaus che oltrepassa infinitamente il mondo.


“L’Agnello, cioè Gesù, guida gli uomini alle fonti della vita. […] in verità, l’autentica
fonte è Gesù stesso, nel quale Dio si dona a noi. E questo accade sopratutto nella
santa Comunione, nella quale possiamo, per cosi dire, bere direttamente alla fonte
della vita: Egli viene a noi e si unisce a ciascuno di noi. Possiamo constatarlo:
mediante l’Eucarestia il Sacramento della Comunione, si forma una comunità che
oltrepassa tutti i confini e abbraccia tutte le lingue – lo vediamo qui: sono presenti
Vescovi di tutte le lingue e da tutte le parti del mondo; per mezzo della comunione
si forma la Chiesa universale, nella quale Dio parla e vive con noi.” (3)


Il suo Cuore, aperto fisicamente (trafitto dalla Lancia del Destino) e spiritualmente, si muove
a tutte le latitudini e longitudini umane per raggiungere ogni persona. Il suo dominio è spirituale tramite il suo sacrificio e la sua sconfinata carità: il suo intervento è prodigioso perché si spende per tutti gli uomini di ogni
tempo, l’evento accaduto di fronte alla storia si ripropone ogni giorno nella storia. Egli è Re, sotto tre aspetti, quindi oltre per discendenza (da parte di Re Davide), anche per natura (essendo figlio di Dio) e per diritto di conquista (riscatto, e salvezza delle anime). La sua azione salvifica si ripercorre per sempre nelle ere, tramite i sacramenti, tramite i suoi
insegnamenti, tramite il suo incontro per salvare le anime a ogni latitudine del globo: non
parliamo di un regno materiale, mondano, ma spirituale. La sua conquista non è militare,
politica o capitalistica, è conquista ontologica, si instaura nel cuore dell’uomo, che lo porta a
risplendere di una luce divina, e a santificarlo.

(1) M. Schmaus, Essenza del cristianesimo, Edizioni Paoline, 1958, p. 79.

(2) E. Mariani, La regalità di Cristo nella vita e nella dottrina, Vita e Pensiero, 1965, pp. 11-13

(3) Benedetto XVI, Chi crede non è mai solo. Viaggio in Baviera. Tutte le parole del Papa, Cantagalli, 2006, pp. 81-82.

Foto di Roman Kaiuk🇺🇦 da Pexels: https://www.pexels.com/it-it/foto/corona-gioiello-avvicinamento-3948710/

Comments (2)

  • Luigi Copertino

    30 Ottobre 2022 at 21:13

    Caro Simone, un articolo magnifico. Viva Cristo Re!

    1. Simone D’Aurelio

      31 Ottobre 2022 at 8:32

      Ciao Luigi, grazie mille amico mio per il tuo commento, e grazie anche per essere passato sul blog. Spero che ci rivediamo presto nei prossimi eventi di Liv nelle nostre zone 🙂

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