Il fenomeno senza il noumeno resta una presa in giro, specialmente in questi tempi

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Dalla rivoluzione filosofica targata Cartesio / Kant arriviamo alle grandi filosofie del nostro tempo: relativismo, scetticismo, nichilismo; la filosofia si riempie di pensatori che parlano del fenomeno, ma in esso sostanzialmente vi annegano, perché non vedono che il fenomeno senza noumeno, anzi senza una precisa metafisica, rimane impossibile da leggere in modo adeguato. Staccandosi dal vero noumeno, il fenomeno lentamente diventa sempre più lontano e sempre più insidioso, arriva a essere interpretato male e si apre a una serie di disastri filosofici, metafisici, etici e sociali. Da Hume a Marx, da Eraclito a Sartre, ognuno di essi vive in continue contraddizioni che vanno contro l’esperienza, la razionalità e la scienza. Tutti i filosofi che si buttano sul fenomeno cercando di staccarsi dalla metafisica creano ideologie devastanti (per il comunismo di Marx ad oggi siamo a 100 milioni di morti), oppure per i pù pacati arrivano a un semplice nichilismo senza poter dire nulla, oppure ancora facciamo come fa Sartre e ci limitiamo ad affermare semplicemente che l’universo “è di troppo” (“Affermando a priori la verità dell’ateismo [..] egli giunge effettivamente alla conclusione che l’universo è di troppo.” Claude Tresmontant, I problemi dell’ateismo, Edizioni Paoline, 1973, p. 336) . Tutto il metodo di fare filosofia senza considerare l’oggettività del reale, testimonia il fallimento di una strategia filosofica, e questo è testimoniato dai grandi problemi causati dalle ideologie dei secoli passati. Dal positivismo al marxismo, dal superuomo di Nietzsche al darwinismo filosofico, tutti portano l’uomo a delle derive verificabili nella storia, tutti hanno portato per lo più conseguenze devastanti nella società. La vera filosofia dà risposta al fenomeno, e collega in modo preciso fenomeno e noumeno, è in grado di spiegare l’interezza del reale, l’intera storia, ed è in grado di rispondere alle domande dell’uomo e di far progredire la società, di creare benessere interiore ed esteriore. La filosofia senza metodo invece ignora la scienza, la logica, l’esperienza, anzi va in contrasto con tutto questo, e diventa solo pura ideologia dannosa. Tutte le scienze studiano la realtà e senza la metafisica adeguata questa realtà resta inspiegabile, così come metterla tra parentesi e concentrarsi solo sul fenomeno. Il fenomeno in sé per sé rimane indecifrabile, se analizzato non rende ragione di sé stesso e del suo senso.

1 perché la stessa scienza, la stessa materia, e tutta l’esperienza e la logica lavorano spiegando che l’universo ha un principio metafisico, che esso è collegato a una determinata metafisica, negare ciò significa negare qualsiasi scienza, e qualsiasi razionalità esistente e che mai esisterà, e tutta l’esperienza dall’inizio dell’universo ad oggi.

2 perché questo partendo da un metodo di fare filosofia errato, e partendo da principi metafisici errati, si arriva a cascata a una concezione della vita, dell’uomo, dell’etica, della materia, del tutto errata, priva di senso, che collima con l’esperienza e la logica.

Gli esempi storici sono sempre sotto i nostri occhi, la società del positivismo non c’è mai stata, la folle esaltazione della razionalità dei pensatori illuministi non ha portato a redimere l’uomo, anzi egli stesso è caduto in folli guerre, ieri come oggi, esso non è riuscito a trovare le risposte sperate. Ed è annegato ancora di più, nei nostri tempi perché nonostante l’avanzamento della tecnica esso non è riuscito a maturare, anzi ci ritroviamo nella società più depressa di sempre, più isterica e più autodistruttiva mai vista. Di fronte alle tante concezioni dell’uomo come animale, o come divino, di fronte alla concezione della materia come frammento divino, o come il tutto cercando di spiegare la vita paragonandola alla fabbricazione, di fronte alla concezione folle di libertà sempre più soggettiva regolata solo da formule di convivenza e dalle leggi, di fronte a una nozione di senso inesistente su tutto, di fronte all’abisso del bene e del male e di fronte a tutte le contraddizioni del mondo, sarebbe meglio abbracciare la realtà e i principi metafisici che hanno segnato la prosperità della società di ogni tempo. Sarebbe ora di tornare a fare filosofia seriamente, altrimenti l’universo, il mondo, l’uomo, la vita, le relazioni, restano inspiegabili o ci vengono date spiegazioni dannose o assurde che collimano con l’esperienza di ogni tipo. Sarebbe ora di capire che il fenomeno, analizzato dagli intellettuali, e la vita, l’uomo, l’etica e la politica cascano nell’abisso nel momento in cui si ha a che fare con metafisiche e filosofieche si staccano dalla vera metafisica e dalla realtà. Il mondo entra in una sorta di solipsismo, in deliri, e in fondo in una vera e propria totale anarchia, se applichiamo fino in fondo le teorie di determinati pensatori. Dall’ipotesi dell’universo che si autorigenera al multiverso, rimangono piene di problemi di principio e problemi legati al suo status ontologico.

Foto di Mikhail Nilov da Pexels

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