Un pontificato disastroso

Simone D'Aurelio

I giornali, i programmi tv e le varie radio piangono per la morte di Papa Francesco, nonostante le parole smielate nei suoi confronti non vedo una voce fuori dal coro che cerca di analizzare l’operato del vescovo di Roma senza farsi prendere dai sentimentalismi e dalla solita sciocca retorica.

Essendo cattolico non posso giudicare l’uomo, e non posso rifiutare il suo operato quando si arriva al magistero, ma è consentito al sottoscritto (e a tutti i credenti) di criticare gli atti e le parole di un pontefice quando parla o si muove da semplice leader religioso, l’infallibilità del Papa infatti riguarda solo i discorsi ex cathedra (1).

Precisato questo dobbiamo comprendere come si è mosso Francesco in questi 12 anni, cercando di dare un giudizio imparziale su questo pontificato. La sua comunicazione è stata molto “orizzontale” dal suo “buonasera” al suo “ci rivedremo all’inferno” ma anche le sue frequentazioni sono state sui generis: da Fazio alla Bonino, da Scalfari a Napolitano e via discorrendo.

Quello che però colpisce è stato il suo modo di rincorrere una Chiesa “populista” e questo lo possiamo notare da più fattori: dal suo vestiario ormai ridotto all’osso fino al suo rifiuto di farsi baciare la mano, dalle telefonate ai vari fedeli fino alle partite a biliardino, dalle apparizioni in tv fino agli account social, tutti gesti di natura mondana. Lo stesso registro è stato utilizzato molto nella sua teologia, si pensi ai suoi consigli per le omelie “fast” fino ai discorsi sugli allattamenti dei bambini in Chiesa, senza pensare ad altri passaggi tremendamente ambigui pronunciati durante alcune Messe.

Il Papa si è occupato tanto della realtà terrena, interessandosi ai temi dell’immigrazione, dell’ambiente, della sanità ma non si è visto per niente vicino alla dottrina sociale della Chiesa che può fornire una risposta alle varie questioni.

Un pontefice che voleva essere rivoluzionario ma in termini pratici registriamo un continuo calo di fedeli e di vocazioni, il vero shock inoltre riguarda il fronte interno dei tradizionalisti dato che con questo pontificato sono arrivati a una sofferenza diffusa, additati come malati, con l’uscita di Traditionis Custodes sono stati messi con le spalle al muro. Il distacco di Francesco è evidente anche nelle sue azioni: parlava con Fedez (che si diverte a utilizzare maglie blasfeme) e con Zelensky (comico-guerrafondaio che può entrare in Vaticano con la divisa militare) ma non c’è stata possibilità di ricevere il coraggioso cardinale Zen e i suoi fratelli perseguitati, come non c’è spazio per Burke. Il magistero “inclusivo” di Francesco è così ampio che ha dato vita ai Dubia, a cui non ha mai risposto, e ha lasciato molti fedeli imbarazzati.

Ha prodotto delle encicliche tutte “dialoganti” con il mondo, tanto da rivedere San Francesco, per non parlare delle sue dichiarazioni dove si reinterpreta la fine di Giuda e si rivaluta Martin Lutero (con tanto di statua).

Un Papa che ha chiesto “obbedienza” nei confronti delle istituzioni quando hanno tolto i diritti fondamentali a milioni di persone, che ha chiuso le Chiese nei momenti più difficili e si è totalmente distaccato dai “valori non negoziabili” del suo predecessore arrivando a creare a livello ideologico un cristianesimo light, dove tutti sono santi e la salvezza sembra inclusa nel semplice vivere mondano.

Un papa che ha provato in tutti i modi a farsi figlio del “progresso” per poi fermarsi di fronte al pressing della curia tedesca che è il semplice risultato di un processo esasperato che si fonda sulle stesse basi filosofiche (2).

Tirando le somme possiamo dire che questo pontificato ci lascia feriti e confusi, perché il chiaro intento dei modernisti (e dei nuovi gesuiti) è quello di arrivare a un concetto di religione cattolica deviato, totalmente insignificante, che arriva a trasformare l’istituzione religiosa in una semplice onlus o una sorta di ente che aiuta le coscienze ma che non ha nulla a che vedere con la realtà fondata sul sangue di Cristo e sulla morte di milioni di seguaci. Il pensiero è rivolto verso nuova teologia che non ha niente in comune con S. Tommaso (anche perché Rahner ha dei collegamenti solidi solo con Kant) e non ha nulla a che spartire con i Padri della Chiesa, con i santi e con la voglia di trascendere il mondo.

Non sembrava chiaro a Francesco che la povertà e la sobrietà da lui tanto cercata ha senso e significato in chiave religiosa, così come la ricerca del bene universale, lo stesso si può dire per qualsiasi gesto: il proselitismo (scacciato dalla sua teologia) acquista senso quando si comprende il bisogno di salvare le anime.

Un altra componente fondamentale dimenticata da Francesco è quella riguardante i doveri e il compito del Papa che non è quello di progettare una religione “popolana” ma deve confermare i fratelli della fede e difendere (e attenersi) al depositum fidei, garantendo la trasmissione della Verità, trasformandosi in un ponte che collega cielo e terra. La bellezza della Chiesa è proprio questa: essa si fonda sul mondo celeste ed è rilegato a un valore, un significato e una realtà indisponibile che è in grado di dare sapore alle nostre esistenze e alla comunità, se viene meno tutto questo restano delle semplici massime e dei gesti che il mondo può ricavare dalla semplice esperienza.

Il fascino di Dio che si fa uomo e si sacrifica per tutti, il sangue versato dai suoi martiri, gli atti totalmente rivolti verso la vita e il sommo bene, il finalismo sempre presente, la sapienza che mescola fede e ragione, la giustizia e il codice a cui sottostare, la verità senza tempo, i misteri della fede, la mistica, la simbologia, il rilegare la vita terrena alla trascendenza, i gesti d’amore e i sacrifici che vanno oltre la morale umana, sono questi i “colori” della religione, che danno senso, orientamento e lustro alla realtà divina.

Il resto è umano, troppo umano, e anche insufficiente per dare vita fascino e legittimità alla sfera celeste.

In conclusione ci resta da pregare per lui, non so quali siano state le sue intenzioni più profonde, e non posso giudicare la persona, posso solo parlare dei suoi gesti e di quello che traspare a livello filosofico, sperando in un nuovo pontificato più forte.

(1) https://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=648 (ricordo inoltre che è consentito a tutti di poter esporre delle critiche verso i nostri fratelli quando siamo mossi da una spirito fraterno, come è successo a San Paolo nei confronti di San Pietro)

(2) La curia tedesca che vuole la “rivoluzione” poi venne pizzicata da Francesco con un’astuta battuta provocatoria

Foto di Michael D Beckwith: https://www.pexels.com/it-it/foto/stupendo-interno-gotico-della-cattedrale-di-salford-31269541/

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