La teologia della liberazione, il male di questo secolo

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Gran parte dei sacerdoti ormai vede nell’assistenzialismo immediato l’unica risposta pratica da poter dare oggi al mondo, che è diventato freddo, utilitario, senza senso e immerso nella tecnica. In tanti predicano quasi sempre e soltanto la bellezza del donare ricchezze a chi ne ha bisogno. Ma c’è di più, alcuni teologi da decenni portano solo questa chiave di lettura all’interno della Chiesa,e si rifanno in modo diretto o indiretto alla teologia della liberazione, ovvero ad uno svuotamento del cristianesimo per inserire un Cristo piatto e materialista allievo/portaborse di Marx. Il cristianesimo non è più il vertice da cui tutto fiorisce, bensì negli allievi della teologia delle liberazione esso diventa una religione subordinata del comunismo. La teologia della liberazione ha infatti nelle sue premesse (filosofiche e metafisiche) una concezione estremamente diversa da quel del mondo cristiano e della tradizione, questi uomini infatti pensano che Cristo ci liberi qui sulla terra, (e non dal peccato), il suo sacrificio è per arrivare ad arginare il disagio e la povertà mondana, insomma il cristianesimo non è più un ponte tra cielo e terra bensì un lasciapassare per arrivare a un paradiso terrestre da instaurare qui sulla terra. Prima di tutto analizzando questa folle teologia, devo ricordare che nel mio libro spiego i limiti storici del Cristo “marxista” davvero improponibile al netto di ciò che oggi sappiamo. Per secondo vediamo come in questo caso la religione è solo una sovrastruttura fittizia che serve per raggiungere un fine che però e subordinato alla società all’ideologia e alla collettività. Il terzo punto è che in fondo in questo caso il cristianesimo, non ha ragion d’essere, non perchè non funzionale, ma perchè se davvero è questo l’unico fine da raggiungere, bastava Marx, e qualche economista per redimere il mondo, (ma sembra che invece col comunismo sono arrivati 100 milioni di morti e una povertà assoluta). Se davvero il fine è solo orizzontale Cristo non ha senso in fondo ne abbiamo avuti di filantropi e di uomini con un certo modo di vedere le cose in salsa marxista. Il terzo punto interessante su cui si impegnano gli amici di Marx, è sul fare in modo che la Chiesa diventi una chiesa del popolo, ovvero smettere di concepire determinate dinamiche come quelle del papa, della sua elezione e quello schema piramidale, bensì di appiattire tutto, dare facoltà di voto e di eleggibilità a tutti o comunque rendere del tutto piatta la questione, rendere la Chiesa una democrazia popolare, per primo quindi si suppone implicitamente che la Chiesa non è guidata da Dio, e che quindi non effonde il suo spirito, ma devono essere gli uomini e la loro mentalità a guidarla (deviando dal primato di Pietro voluto direttamente da Cristo). Si pensa che il suo successo possa essere determinato da un fattore tecnico o di prassi e non metafisico e qualitativo, inoltre così si tenta di eliminare quella distinzione tra sacro e profano . Le cause di questo pensiero sembrano staccate ma in realtà sono unite, il vedere la missione di Cristo in modo solo orizzontale fà in modo di far concepire una Chiesa che va ristrutturata in modo aziendalistico diventando utile al mondo, e su basi ispirate all’utilitarismo, o su semplici schemi dettati dalla maggioranza. Il quarto punto della teologia della liberazione rende il cristianesimo nullo: se Cristo è venuto solo per i poveri rimane incomprensibile ogni cosa, dalla sua discesa alla croce, da Abramo ai profeti, la religione perde il suo rapporto con la ragione, con la filosofia e la sua leggibilità, ancora più strano è il fatto che Lui stesso dice che “i poveri li avete sempre con voi” (Mc 14,7) quindi a questo punto non si capisce come Dio possa contraddirsi. Non ci è chiaro il suo curarsi dei peccatori, perchè in questo caso doveva instaurare una rivoluzione rossa mai portata avanti nè da Lui ne dai suoi apostoli. C’è come ultimo punto, un’incoerenza di fondo tra i primi secoli (e le prime comunità cristiane) e questi teologi della liberazione, perchè semplicemente vediamo che la lotta dei santi, dei martiri, e dei grandi cristiani riguarda il “regno dei cieli”, sè davvero Cristo era solo un Che Guevara in salsa Gandhiana non ha senso reclamare la Sua divinità, non ha senso quella lotta con i farisei e i rabbini su questioni dottrinali che non riguardano i poveri. Oltre a tutto ciò c’è da vedere altro, la resurrezione dai morti non ha senso, tutto ciò per cui hanno lottato tutti i santi (la vita eterna) è solo il frutto di allucinazioni e psicosi, insomma il cristianesimo è stato frainteso da tutti, testimoni diretti e indiretti, apostoli,Maria, Santi di ogni generazione, e via discorrendo, tutti hanno traviato. Ancora più assurdo è guardare il concetto di uguaglianza della teologia della liberazione, vedendo tutto in una prospettiva orizzontale anche San Paolo non ha più senso (uomo vecchio /uomo nuovo, le sue missioni in Grecia ecc. ecc.) specialmente nel suo modo di spiegare l’uguaglianza cristiana che ha segnato per secoli e secoli la grandezza di migliaia di popoli (tutto deve essere rimpiazzato da una pseudo egalitè che dovrebbe allineare e rendere felici tutti non riuscendo mai nel suo intento). La teologia della liberazione resta soltanto un dannoso tentativo di far conciliare Cristo e Marx, con effetti devastanti.

Foto di Alexander Popovkin: https://www.pexels.com/it-it/foto/luce-citta-paesaggio-acqua-12662544/

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