Il referendum di questi giorni, un chiaro segnale

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Il referendum è stata una vittoria del mainstream e degli europeisti. Chiunque conosce bene le istituzioni di questi tempi diffida molto da esse, e questo referendum forse non avrebbe portato grandi cambiamenti, ma c’è da dire che esso prima di tutto è passato tramite un silenzio dei media, il mainstream ne ha parlato pochissimo, ancora di meno le ragioni del si e del no al riguardo, sembrava un referendum scomodo ai giornalisti. In tutto ciò fermandoci intorno al 20% come risultato di adesione vuol dire che un italiano su cinque ha votato, considerando l’alto astensionismo anche in altre recenti votazioni, al di là delle potenzialità ignote di questo referendum e dei suoi possibili effetti, dobbiamo constatare che sempre meno italiani vanno al voto, sono pochissimi, e in molti ormai non vanno perchè sono reduci da decenni di cattiva politica,coincise con fortissime amarezze. Il discorso se lo possiamo riassumere è che in molti ormai sono convinti che non cambierà mai nulla proprio per questo il voto come strumento viene abbandonato, si è persa la fiducia nella politica, e non vi è più partecipazione, ma a tutti gli effetti come biasimare chi ha visto questi 20 anni di puro distacco dal popolo? Il Cavaliere si impegnava solo nelle sue olgettine, i supertecnici (Monti,Draghi ecc. ecc.) che pensano solo a ciò che viene detto da Bruxelles, e i 5 stelle che hanno rivoluzionato se stessi e non l’Italia diventando un PD minoritario, come si può avere fiducia? E vogliamo parlare della destra, decaffeinata? I pentastellati avevano avuto l’appoggio di mezza italia, e sono diventati il più grande disastro della nazione, con il redditto di cittadinanza che è diventato sempre più un flop di dimensioni colossali. Non posso biasimare chi è deluso, però allo stesso tempo, seppur non vogliamo credere più nel voto, dobbiamo ripartire in qualche modo, il sottoscritto è il primo che diffida dai vari partiti di maggioranza, nutre qualche piccola speranza in delle piccole realtà politiche, ammesso però che riescano a farci votare, e poi va raggiunta la maggioranza; un lavoro lungo, a volte richiede anche anni e diverse legislature, e il cui risultato non è lo stesso scontato. Se c’è una speranza è che qualunque nuova realtà (sindacale, associativa, politica culurale ecc.) porti con sè anche i fatti, quelli veri, solo questi possono ridare vita e riconquistare davvero il cuore degli italiani. Ormai è inutile le grandi promesse le hanno fatte tutti, avevano giurato qualunque cosa per il voto, c’è bisogno di chi offre coerenza tra ciò che dice e ciò che fà, c’è bisogno di chi è in grado di rispondere al popolo, di capire le loro esigenze. E’ un ruolo duro e non è detto che arriverà presto tutto questo, intanto oltre a tutto ciò nell’orizzonte notiamo come da qualche parte bisogna ricominciare. E per farlo c’è bisogno di persone che ripartano dal proprio orticello, che siano dotate di tenere fede alle loro promesse anche a rischio di ripercussioni personali. Occorre ripartire da noi, capire che se già riusciamo a fare qualcosa a livello locale, con associazioni di persone di buona volontà è già tanto. Si veda quanta strada sta facendo ad esempio a livello scientifico (e di testimonianze) il comitato Ascoltami, o ContiamoCi, o DuPre, si veda il buon giornalismo offerto da Ancora Italia, 100 Giorni da Leoni, La casa del sole,ByoBlu che si sono sostituiti a quelle che erano le “garanzie” di corretta informazione e che sono diventate prostitute finanziate e controllate dal governo. Si veda quanta strada stanno facendo diverse organizzazioni locali nella creazione di reti, di lavoro che non discriminano chi non si è fatto la quarta (e tra poco quinta) dose,perchè in autunno si tornerà di nuovo alla carica, anche se siamo soli dobbiamo lottare, lo dobbiamo a noi stessi, perchè aspettare la fine e farci divorare da chi ormai non ci aiuta più sotto nessun aspetto? Vogliamo parlare dell’istruzione? Se non riusciamo ad avere un cambio politico dobbiamo diventare noi politica, mentre speriamo in un colpo di coda, dobbiamo per forza lottare, e provare noi a sopperire alle tantissime mancanze delle istituzioni, non potremmo erogare dei titoli di laurea, ma potremmo crescere dei buoni figli, non potremmo sbattere in prigione chi fa del male, ma potremmo aiutare le vittime a rialzarsi, non avremo la fama del “grandissimo” virologo bassetti, ma forse da medici sospesi potremmo continuare a fare del bene. L’astensionismo è un segno figlio dei tempi che non condivido ma che capisco, ma tocca a noi reagire a questo male incredibile che ci stanno facendo le istituzioni e la mala politica in questo momento. Se non ci è possibile cambiare il mondo con il voto, dobbiamo farlo con la qualità del nostro essere, della nostra organizzazione e delle nostre relazione, oltre che con la qualità degli esempi che daremo a tutte le generazioni future.

Foto di Element5 Digital da Pexels: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-caduta-di-carta-sulla-scatola-1550337/

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