Gli illuministi, l’eterna illusione insegnata a scuola pt. 2

Simone D'Aurelio

(5 min. lettura)

(link articolo parte 1)

10 La concezione dello stato, la concezione di separare potere e religione, etica e metafisica si rivela una mossa che ha portato l’uomo verso l’abisso. La politica non deve essere guidata totalmente dalla religione e la religione non deve essere guidata dalla politica, sono organi diversi e ognuno deve avere il suo raggio di azione, ognuno ha le sue peculiarità ma non sono neanche organi totalmente scissi. Non esiste stato totalmente ateo, non esiste un completo processo di conversione di ogni singolo uomo all’interno dello stato. Sono due elementi da sempre uniti, collegati, e necessari politica, stato, e religione. Ma pensare di togliere la religione, l’etica, e gli interrogativi dell’uomo vanno confinati solo nel privato da una concezione di uno stato che intende la vita in senso solo consumistico e che vuole valutare le persone come risorse, (nb risorse umane), e non come esseri, la vita non è più un percorso, bensì un semplice sopravvivere nel mondo della tecnica, almeno nel ramo pubblico, influenzando quello privato.

11 Ultimo punto il più decisivo, l’illuminismo viene presentato come la vittoria assoluta dell’uomo perchè esso inizia ad affidarsi alla ragione,sbagliato, nulla di più sbagliato. Si intende a priori che prima non si ragionava, ma in realtà, si ragionava meglio, chi ha abbandonato lo schema illuministico ragiona bene e porta a casa risultati veri. La ragione illuminista, in fin dei conti, atea,sanguinaria e superba intende che la ragione, ciò che è razionale, o ragionevole che dir si voglia, è solo ciò che è quantificabile, ciò che rientra all’interno di squadra e calcolatrice, ciò che possiamo misurare è razionale, ciò che rientra nel campo della statistica è razionale, ciò che è razionale visto in prospettiva per l’illuminista è lo psicologo che ha la risposta a tutti i perchè dell’uomo. Lui ha la chiave della nostra anima. Sbagliato, nulla di più sbagliato, seguendo la scia illuminista, non siamo arrivati alla “fisica dell’uomo” come si augurava Comte, non siamo arrivati utilizzando la ragione solo sul piano tecnico o subordinandola al solo metodo scientifico scientifico ad evolverci a diventare dei grandi. Nulla di tutto questo, abbiamo passato due guerre mondiali, siamo di nuovo oggi in una grande guerra, e siamo passati per un 900 costellato da ansia, tristezza, e pessimismo, fino ad arrivare ai giorni nostri dove siamo tecnicamente preparatissimi, benestanti ma ci ritroviamo una popolazione con un’altissimo tasso di depressioni, staccata, distrutta dentro. Abbiamo un mondo con interconnesso virtualmente ma staccato in modo pratico. La vera razionalità non si ferma al solo “esperimento”, la vera razionalità, non si ferma al solo tecnico, non si ferma a solo ciò che il metodo scientifico bollina come certezza, perchè la scienza in sè per sè è continua domanda, se c’è scienza, la vera scienza è sopratutto altro. E se c’è intelligenza essa non è nella sola tecnica ma nel rispondere seppur parzialmente alle domande dell’uomo, se c’è razionalità essa si misura anche nel capire quali sono i fini dell’uomo, nel capire dove sta il bene e il male, nel capire se esiste il noumeno, nel capire Dio, perchè se si capisce Dio si ha un quadro più chiaro dell’uomo. Se c’è ragione vera essa non può essere quella di Kant, sentimento morale, che riporta a un vago “dio” indefinito a forma di opinione. E non può fermarsi a un solo criterio del sentire di Kantiana memoria, o a opinione. Così come non può ridurre la metafisica a opinione se la metafisica si riduce a opinione si ritorna a puntare ai valori, ma i valori in se per sè non riescono a preservare senza un chiaro sistema metafisico, senza un’ordine chiaro, come abbiamo visto nel 900. Ma sopratutto la ragione non può ridursi a una sorta di schema etico kantiano poi destinato a sbiadirsi, e a un semplice calcolo di tutto il resto. Se esiste la ragione essa non è solo una ragione “geometrica” o la ragion “pura” o “pratica” di Kant, la ragione in sè per sè, deve scorgere l’etica, ma necessariamente deve capire chi è Dio, se esso è il mondo o se non lo è, va capito chi è perchè la concezione di Dio, e la concezione del mondo e del suo modus operandi influenza le nostre azioni. I darwinisti puri vedono il mondo in funzione biologica, vedono nell’uomo un’animale, perchè per loro il volto di Dio appartiene al mondo, possono permettersi di tirare giu una riga e di fare un’operazione di utilitarismo su ogni cosa della loro vita, che sia un figlio o un azione più o meno importante, perchè sono convinti che l’universo sia l’unico essere in assoluto, e che quindi sia in fondo in qualche modo anche divino, in grado di aver fatto tutto. Per i religiosi la vita non è solo una caccia ai piaceri e un rapporto tra ciò che posso fare / ciò che vorrei fare per stare bene ma vi è anche di più, il modo di concepire il pianeta, il bene e il male, l’uomo, il modo di voler fare giurisdizione è totalmente diverso. Detto ciò la sola ragione del quantificabile, la ragione che non vuole percepire nulla se non ciò che è nella calcolatrice finisce per non avere risposte su nulla, è un modo utilitario ma senza senso, è un mondo ricco ma senza felicità, è un mondo attrezzato ma incredibilmente solitario, è un mondo longevo ma senza anni da ricordare. Confinare tutto ciò che rientra fuori dalla calcolatrice nella psicologia non è sufficiente essa non ha le risposte a tutti i perchè dell’uomo, perchè lavora sul soggettivo, non sull’oggettivo, anche la sociologia non ha tutte le risposte. Il metodo scientifico illuminista, il loro modo di ragionare si ferma, di fronte a miliardi di morti e a moltissime guerre, di fronte a milioni e milioni di depressioni e di suicidi, di egoismi e di vittime del male umano, di fronte a secoli che non hanno cambiato le dinamiche umane. La ragion illuminista ha i suoi limiti, non è il secolo dei lumi, è il secolo della superbia, dell’arroganza, dell’autoreferenzialità che sbatte di fronte a un’infinità di episodi storici che mostrano i limiti delle pretese illuministe. I postivisti hanno perso e prederanno sempre, perchè senza la razionalità profonda che passa per metodi non esclusivamente scientifici ma comunque affidabili, non si avranno mai delle risposte vere. C’è la pretesa di voler subordinare la razionalità ha un metodo. Senza una vera filosofia, profonda in grado di capire il fenomeno e con esso il noumeno, senza una vera religione in grado di capire chi è Dio, non si arriva a rispondere in modo adeguato all’uomo. Non si avranno neanche in questo caso probabilmente le risposte a tutti i perchè dell’uomo, ma si avranno risposte sufficienti in grado di scaldare il cuore dell’uomo.

Potrei elencare moltissimi altri punti, ma tutto questo era per creare sinteticamente una piccola critica di un periodo storico che non è così come ci viene presentato, l’illuminismo non è storicamente l’epoca dei lumi, ma l’epoca del fanatismo della ragione tecnica, e della ragion kantiana, che non può e non potrà mai aiutare e rispondere all’uomo anzi semmai potrà solo illuderlo di avere delle risposte.

Foto di Dids: https://www.pexels.com/it-it/foto/paesaggio-natura-cielo-estate-5499496/

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