L’ultima speranza

Simone D'Aurelio

5 min. lettura

Su cosa poggia la speranza? Se guardiamo il mondo postmoderno sembra che essa si fonda sul nulla, ovvero che la speranza è solo un sentimento vacuo, che si affievolisce sempre di più e che in fondo sta per scomparire perchè frutto solamente di una speculazione della nostra mente.

Se il mondo, l’uomo e l’essere sono nati dal nulla e nel nulla finiscono,allora la speranza, così come il regno dei trascendenti e tutto il resto, non sono che una presa in giro, destinati a tramontare in maniera definitiva. Il mondo postmoderno seppure non lo dichiara in modo esplicito ha in abominio la speranza. Possiamo infatti constatare come tutte le relazioni di oggi sembrano scadere nell’atarassia più totale, con una sorta di contrattualismo che dirige il tutto, dove non ci sono speranze rivolte al futuro, ma solo bilanci da fare sul presente, e nel momento in cui le cose non vanno bene si interrompono amori, amicizie, legami, e attenzioni di ogni tipo. Non c’è nessuna speranza in grado di farci andare avanti, sotto ogni aspetto, da quello del lavoro sempre più precario fino a quello delle nostre azioni nel mondo, dove nell’ateismo tutto si discioglie in maniera definitiva con la morte della persona o del pianeta, che segna la fine di tutto.

L’interruzione della natività, la sfiducia verso il futuro, la contemplazione della tecnica e dello scientismo, l’abbandono dell’etica e dei fini, la vita vissuta secondo i parametri dell’egoismo e della competizione, l’eclissi delle responsabilità, la totale atarassia rivolta verso il mondo classico, la perdita di identità collettiva, la vittoria dell’individualismo, il ribrezzo del passato come insegnamenti per il futuro, il rigetto della legge naturale e di una concezione positiva dell’uomo, sono collegati parzialmente al tramonto della Speranza. Delle nostre attese immanenti seppur artificiali, soggettive, collegate al nostro esistere, non resterà più nulla con la morte di ogni cosa.

La speranza in tutto questo se ben analizzata, non è solo un’elemento psicologico e un’atteggiamento dell’uomo di fronte al reale, ma è anche parte di una filosofia e di una teologia, e fondamentalmente l’uomo ateo è un’uomo che non ha speranze: “L’uomo la cui speranza s’arresta dinanzi alla morte ha solo delle speranze parziali, il che vuol dire che in definitiva non ha speranza. Il fedele non è tormentato domanda “Che cosa verrà dopo?”. In questa speranza l’uomo arriva alla sua vera identità personale (Selbst): non come vuole Heidegger, fissando la morte, ma fissando il Signore venturo […] Alla chiamata di Dio l’uomo risponde amministrando e plasmando il mondo che Dio gli ha affidato. Egli vede nel mondo non l’ultima, ma una penultima realtà. Tuttavia lo prende sul serio, perchè gli è stato affidato da Dio. In esso egli vede la creazione a cui Dio ha rivolto il suo amore e le sue cure. Pur sapendo che il suo aspetto è transitorio.” (M. Schmaus, Le ultime realtà, Edizioni Paoline,1960,p. 116-117). Come riconosce Schmaus l’uomo ateo ha una speranza parziale ma che non può andare oltre l’attimo fuggente, essa prima o poi si fermerà insieme a tutto il resto per sempre. Ogni attesa atea che è rivolta verso un nuovo periodo temporale si scontra con la contingenza con del mondo, con i limiti della natura e con la scomparsa piena e definitiva della persona, con la fragilità delle generazioni. Ciò che può cambiare il quadro, è solo una speranza che è definiva e non viene distrutta dal tempo, dalla contingenza, dai vari fattori esistenziali, dall’immanenza.

La disperazione di oggi, la miopia escatologica e temporale, e la distruzione di ogni prospettiva umana e sociale, è la risposta fisiologica di un popolo ateo che però non è destinato a vivere e a sopravvivere, e non è destinato nemmeno alla felicità o alla prosperità, perchè un popolo che non riesce a guardare al futuro non può perseverare, esso prima o poi è destinato alla disperazione e alla sconfitta, così come una speranza senza fondamento e senza prospettive. Possiamo infatti avere una bellissima vita, e delle belle speranze per l’immanente, ma se la morte ha l’ultima parola su di noi, allora il nostro destino è per sempre segnato, un milione di speranze temporanee sono destinate a scomparire nel nulla con l’addio definitivo delle generazioni dell’universo e di ogni cosa, esse in via definitiva non hanno neanche ragion d’essere se tutto sarà vano. Ciò che ha la religione, e che sfugge oggi a questo mondo, è la Speranza prima e ultima che può dare senso alle altre immanenti, senza una possibilità di sorpassare il tempo, tutti gli altri atteggiamenti rivolti al futuro sono destinati a perire e a scomparire.

L’agognato transumanesimo è nei fatti una voglia prometeica di rispondere all’impotenza dell’uomo di fronte alla contingenza che c’è sotto al sole. Una promessa vana, mai realizzata perchè tutto ciò che è toccato dal tempo viene da esso lentamente consumato, e senza una speranza che lo sorpassa, abbiamo di fronte a noi un mare di speranze che si infrangono e che vengono per sempre inghiottite dalla fine di ogni cosa.

Ciò che viene posto alla base della religione è la Speranza di base, quella di vivere e di sopravvivere per davvero, quella su cui tutto il resto può avere, senso, se l’attesa teologica è verso la possibilità di sorpassare la morte e di incontrarsi con Dio, allora possiamo sperare nel bene, possiamo sperare nel riscatto dell’uomo, nel fatto che il suo esistere non sarà vano, che anche il “dimenticato dalla storia e dalla società” potrà essere felice, e che di generazione in generazione si può tendere verso un vero cammino, ogni azione può essere accompagnata verso un’attesa fiduciosa. E la Speranza in Dio viene dal passato, investe il presente e guarda al futuro.

Il suo atteggiamento è in grado di direzionare l’uomo verso la possibilità che investe le sue azioni immanenti,ma investe in via stabile anche il suo fine, la costruzione della società, il tramandare l’esperienza e la stessa esistenza. La Speranza prima è anche l’ultima, proprio come Dio, che si pone al principio e alla fine dei tempi. Restare senza la prima e l’ultima speranza ci rende schiacciati in un mondo che è distrutto in una disperazione dove ogni prospettiva verso il futuro in fondo non ha senso, perchè esse non hanno neanche direzione e orientamento, nonchè speranza di sopravvivere perchè non sono agganciate alla Vita.

Foto di Anugrah Lohiya: https://www.pexels.com/it-it/foto/candela-con-luce-667500/

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev Post Next Post