La cultura mainstream

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Se c’è qualcosa su cui riflettere è la crisi, la flessione, la tristezza di una determinata cultura dominante nel mainstream, che ogni giorno ci passa alcuni determinati concetti. Infatti noi ci ritroviamo da anni un modello capeggiato da finti miti, finti ribelli, falsi concetti di forza, la parte dominante culturale del mainstream è debole con i forti e forte con i deboli. Guardate alcune esternazioni dei vari Fedez, Fiorello, Guè Pequeno, i protagonisti della trap, e tutta una lista infinita di personaggi, presenti specialmente nel mondo della televisione: sono implicitamente o esplicitamente contro tutto ciò che può essere ricondotto a una cultura “tradizionale”, e tutto ciò che ha a che fare con un minimo di metafisica, deridono religioni, culture (quella cristiana di continuo), si accaniscono contro chiunque ha dei principi, chiunque ha un minimo di etica, si burlano della spiritualità, fanno capire ai ragazzi che la vita va goduta tutta e subito in modo solo materialista, che bisogna fare tutto ciò che si vuole, si elogiano le droghe in modo più o meno esplicito, si urla libertà senza sapere la differenza tra libertà e libero arbitrio, si riduce la vita a una sola prospettiva post-marxista, una prospettiva nichilista e disperata che cerca di arraffare tutto e ingozzarsi, senza discernere, senza capire. Ad oggi abbiamo a che fare con una cultura dominante che non ha risposte vere per l’uomo, non ha principi, non ha valori, e soprattutto non ha identità. Ma guardiamo a fondo: insomma cosa predicano questi tizi che sono adorati in Tv e su Instagram, cosa trasmettono? Ciò che loro stessi vivono, i loro stessi vizi, il loro stesso incredibile e immenso nichilismo, e si etichettano come ribelli. Ma ribelli in cosa, precisamente? Si sono mai scagliati contro il discorso politico? Contro le discriminazioni in atto? Li avete mai visti stracciare un green pass in pubblico? No. Sono ribelli perché elogiano le droghe? Bè, se per questo, non aggiungono nulla di nuovo a ciò che fa la maggior parte della società, anzi sono allineati alla società contemporanea, e predicano le stesse cose che predicavano le rockstar oltre 60 anni fa. Quindi cosa c’è di nuovo sotto il sole? Questi li avete mai visti andare contro il sistema economico turbocapitalista? Li avete visti scagliarsi contro un sistema che crea migliaia di ragazzi depressi? Li avete mai visti scagliarsi contro le ideologie dominanti del momento? No! Semplicemente no, anzi i vari Fedez e Co. sono stati anche il megafono di una determinata politica neoliberale dominante da tanti anni. La maggior parte degli artisti veicola un messaggio di sinistra legato a forti ideologie. La cosa che fa sorridere di Fedez (e come lui ne possiamo citare moltissimi) è che si scaglia contro qualsiasi cosa ha un richiamo metafisico, è innamorato della sinistra turbo-relativista, e sembra il paladino della giustizia, del politicamente corretto, ma in realtà attacca solo chi gli conviene. Nel giorno dedicato ai lavoratori guarda a ciò che sventola da sempre, non a difenderli, anzi è in palese conflitto d’interessi con alcune aziende della Silicon Valley e quindi parla di tutto tranne che dei lavoratori e delle loro condizioni precarie. Fa la morale agli altri ma lui? E soprattutto che cosa trasmette agli altri? Chi non vede la donna come un oggetto sessuale, uno sfogatoio, chi forse non percepisce solo la vita in termini di soldi, successo e piacere è diverso da una massa omologata, chi risponde a una filosofia piatta e disperata (nella teoria e nella pratica) è vero un ribelle. Sarebbe ora di vedere artisti, presentatori, scrittori, influencer che non ripetono qualsiasi concetto gli viene infuso dal potere, che possano trasmettere un minimo di principi, un minimo di valori, un minimo di esempio di vita virtuosa per le generazioni future, ma per farlo devono viverlo ed essere coerenti, e non svendersi ad Amazon o al governo di turno.

Photo by Kamil Feczko on Unsplash

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