Ma che fine ha fatto la sinistra?

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Non potevo non dedicare un articolo alla pseudo sinistra di oggi. Chiedendo a uomini di una certa età cos’era la sinistra una volta, molti di essi ricordano o attribuiscono a questa fetta politica tanti meriti, si rispolverano i sindacati, le loro lotte per i lavoratori ed il ceto medio, ma ad oggi che fine ha fatto la sinistra? Semplicemente è evaporata, nel nulla più assoluto, perché la sinistra, per buona pace di tutti, non esiste più, l’unica cosa che è rimasta, specialmente in Italia, è un partito che si occupa di curare determinati interessi che però non riguardano più il loro storico ceto medio, bensì certa nicchia di elettori. La sinistra di adesso si disinteressa del lavoro, delle fasce più deboli, ciò a cui è interessata sono alcuni gruppi ben precisi: banchieri, mondo/universo lbgt gender, universo pro droghe, immigrazione, lobby di vario genere. Se non mi si vuole credere si guardi ai fatti, alla realtà fattuale, Renzi al potere si è speso per togliere l’articolo 18, il caposaldo dei lavoratori, ma si è impegnato per Banca Etruria, e tutte le altre banche. Letta, le sardine, Prodi, hanno fatto battaglie per l’Europa, per le ideologie liberali, per l’allineamento a una concezione di uguaglianza discutibile, che ha portato alla cancel culture, ma non si sono spesi per i salari, per il lavoro, si sono spesi per piacere all’Europa portandoci in un lento abisso economico. I loro temi principali sono quelli dell’austerità, di adattarsi all’Europa, di correre dietro all’Europa. Le loro principali battaglie sono per rendere la famiglia legalmente uguale per tutto e in tutto, ma il loro impegno è anche per la liberalizzazione delle droghe, e per i migranti. In fondo la sinistra è la paladina (e madre) dell’Euro per l’Italia e per l’allineamento totale alla cultura europea, questi sono temi a lei cari. Ciò che possiamo vedere è che in quasi 20 anni di gestione di sinistra abbiamo avuto e abbiamo ancora una flessione lenta e costante, un paese sempre più abbandonato, sconfortato, sempre più depresso, sotto ogni punto di vista, morale economico tecnico e sociale. Se escludiamo la coraggiosa gestione giallo-verde di un Salvini e un Conte I, minimamente sovranisti, per il resto vi è il dominio assoluto di una sinistra Europeista, anzi abbiamo avuto anche il re dell’Europa e delle politiche di austerità, Mario Monti, che ha fatto di tutto per essere ben accetto dai suoi datori di lavoro. Abbiamo addirittura ad oggi Draghi, l’euroinomane più forte del mondo, che si è divertito a svendere l’Italia sul Panfilo Britannia e che da sempre specula sull’Italia, su milioni di italiani per curare gli interessi della Goldman Sachs. La sinistra di oggi è l’incarnazione non di una politica bensì di una serie di ideologie, impacchettate e veicolate nel pensiero unico, prima di tutto perché le loro immense battaglie per la libertà sono battaglie per il libero arbitrio , inoltre il loro progetto Europeista è solo un qualcosa di incredibilmente utopico e distopico , siamo legati con gli altri stati nella sola dittatura del relativismo, cioè uniti in ciò che divide, e per il resto accomunati dall’Euro. La sinistra di oggi non si occupa di problemi, non si occupa di rispondere a delle vere domande sul benessere della popolazione, la sinistra di oggi è impegnata a perseguire un’agenda ben precisa che non contempla nessuno che non rientra nei loro canoni, è totalmente sprezzante verso tutto ciò che è metafisico, verso un qualsiasi richiamo all’ordine, alla tradizione. Inoltre è sempre stata la prima che parlava di difendere tutte le minoranze, ma gioisce nel vedere milioni di novax reclusi nel loro stesso stato di morte sociale ed economica, e si diverte a guardare gli “untori” senza più nessun diritto, se vi sono diritti sono acquisiti per il green pass, si diverte a cercare i diritti ideologici, e non i diritti naturali, è una sinistra che si apre con tutta la forza possibile alla stessa Europa che ha strozzato la Grecia, e in fondo messo in ginocchio l’Italia. È una sinistra che crede nel diritto assoluto di autodeterminazione su tutto, nel fatto di scomporre l’essere da persona a individuo sempre più scomposto e alla fine evaporato nella cancel culture. Siamo solo di fronte a un blocco di idealismi, basati su un relativismo che vive una serie di pretese di verità ma ben vendute al grande pubblico, ma la realtà supera di gran lunga i preconcetti di questa sinistra utopica e distopica, in un’Italia ammazata prima di tutto dalla promessa di vivere meglio nel sistema europeo a partire da Prodi con il suo famoso slogan: “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno guadagnando di più”, che ci ha portato al lento collasso dell’Italia.

(link articolo parte 2)

Foto di Rosivan Morais da Pexels

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