Ordine dei comandamenti

Simone D'Aurelio

(2 min lettura)

Sembra strano e in pochi ci pensano, ma se ci si riflette su si noterà che i comandamenti hanno un’importanza, e hanno anche un ordine, è la stessa Scrittura a sottolinearlo, e tutto questo si può verificare nel ragionamento. Il Rabbì Jeshua, interpellato e interrogato su quali sono i più importanti comandamenti, infatti, è diretto e afferma: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi» (Marco 12, 28-34) Egli dà un ordine ben preciso per un semplice motivo: questo ordine a cascata fa rispettare anche gli altri. Non amare Dio porta a non amare (in modo cristiano) il prossimo, lo si ama in modo spontaneo naturale, ma non di quell’amore celeste, non amare Dio non ti fa rivedere e ritrovare nell’altro quell’amore per i poveri, per gli ultimi, quella base di uguaglianza, fratellanza e libertà vera che solo in Dio può esserci, se ami Dio impari ad amare il vicino e il lontano e lentamente anche ad aprirti verso gli altri comandamenti, non opprimere i poveri, non rubi, ti prendi cura degli ultimi. Non si può partire dal “non desiderare la donna del tuo prossimo” esso ha sì una sua validità morale (oggettiva) ma non può essere compreso nella sua interezza se non si vive il primo comandamento, e di riflesso e insieme il secondo e via discorrendo, se vediamo Dio, e negli altri le tracce della Sua creazione, non possiamo capire molti comandamenti. Anche l’ateo può avere un suo codice etico, morale, e può condividere determinati comandamenti, ma esso non ha quella scala, quell’ordine, e quel modo di rapportarsi che è proprio del cristianesimo tra uomo e Dio. Per Jeshua invece tutto è relazionato e orientato a Dio e tutto ha un senso e un ordine, anche i comandamenti hanno una loro prerogativa e importanza. I grandi santi, non erano dei semplici filantropi, e non lo erano mai stati, ì ognuno di loro amava profondamente a Dio, erano in comunione con Lui, da lì proliferava un forte amore, un amore verticale (e non solo orizzontale) che irradiava il prossimo. Con il rispetto di Dio non si arriva a rubare, a non fare del male e via discorrendo. Molte volte i comandamenti poi possono sembrarci difficili, ma il loro rispetto nel mondo cristiano ci prepara a un vero status d’essere che ci rende degni dell’incontro con l’Altissimo. Inoltre i comandamenti che Dio dà agli uomini sono necessariamente per un suo bene, per un suo fiorire ontologico, nonostante le tante difficoltà iniziali. I santi, i grandi uomini di fede, che hanno assaporato la sua alleanza fino in fondo, ne sono testimoni più profondi, così come le tante storie di fede che possiamo trovare da parte di molti laici, Dio si muove per divinizzare l’uomo, per farlo diventare davvero autonomo e indipendente, per renderlo forte, e per farlo vivere per sempre nell’eterno incontro con Lui.

Photo by Levi Meir Clancy on Unsplash

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