Un’amore che attraversa ogni limite… in memoria del piccolo Rolando Rivi

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

“E allora, quale è precisamente questo amore in cui si deve vedere l’intimo segreto del Cristianesimo? Esso è un amore di natura non umana, ma divina. La sua origine non sta in questo mondo,ma nel cielo; la sua non è perciò una forza terrena, ma una forza celeste. E’ un’amore che proviene dalla sfera divina. La sua patria si trova nell’inesauribile magnificenza della vita divina, donde è fluito e penetrato nella storia umana.” (Essenza del Cristianesimo, Michael Schmaus, Edizioni Paoline, 1958, pag. 15)

E’ incredibile vedere come l’amore verso Cristo semplicemente attraversa ogni era. In un modo o nell’altro, l’amore verso il Rabbì, è sempre presente, da Abramo (“Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò” Gv-8,56), ai profeti che annunciano la sua venuta fino agli apostoli, per poi proseguire con le prime comunità della Chiesa,fino ai grandi martiri che hanno vissuto atroci sofferenze persecuzioni e ogni tipo di ripercussione ma hanno confermato il loro amore per Cristo anche a costo della vita. Il percorso d’amore si espande arriva ai Padri della Chiesa, fino alla riforma “celeste” che ha fatto grande l’Europa, per passare tramite l’immensa filosofia medievale e lo splendore del medioevo dove l’amore per Cristo e seguire le vie della carità (vera) era percepito come un bene. Questo amore nonostante le grandi persecuzioni intellettuali fisiche e culturali a stampo giacobino e marxista in epoca moderna rimane nascosto ma è presente anche lì, con messe di contrabbando, sacerdoti uccisi, e laici che pregano nei sotterranei. Quest’amore per Cristo attraversa i tempi e arriva fino ai giorni nostri. Curioso vedere come ieri si ricordava in diversi siti cristiani il Beato Rolando Rivi, un ragazzo che indossa la talare a soli 11 anni,semplicemente commuove, lui vede nel Messia un vero modello di vita: “Io sono di Gesù” dice, una comunione di intenti, una comunione di cuori, un fuoco d’amore, che semplicemente non ci fa invecchiare mai, è uno dei tantissimi innamorati di Cristo, una persona che non ha più età, che si ritrova totalmente rinnovato nell’incontro con il Rabbì. Il piccolo Rolando vede in Cristo una risposta di carattere ontologico, esistenziale, trova ristoro per il proprio cuore, per la propria anima una scelta condivissima da moltissime anime. Solo così si possono spiegare milioni di uomini, anzi miliardi di persone di ogni etnia, cultura lingua e popolo che in ogni tempo dichiaravano il proprio amore a Cristo, e poi a caduta a tutti gli uomini quindi. Si perchè Rolando, trova la vera carità, frutto di un’intensa comunione, amando profondamente Dio rivede nell’uomo il frutto della creazione, vede un’anima da salvare, vede un’essere unico e irreplicabile, vede un fratello, vede un’altra persona su cui Gesù si è sacrificata fino alla morte. Proprio per questo Rolando, preso dai comunisti, viene ucciso. Lo uccidevano perchè sacerdote (logicamente i comunisti lo accusavano di essere una “spia” dei fascisti) e intanto felici gridavano “un sacerdote in meno” . E’ bello vedere come il fuoco d’amore in questo ragazzo lo spinge a chiedere in punto di morte di pregare per il padre e la madre, dimostrando essere ancora in completa comunione con Cristo tanto da sopportare tutto ciò che gli stava capitando. Nessuna maledizione, nessuna cattiveria, bensì una preghiera per i cari in una situazione così drammatica; e’ l’amore di Cristo, universale, atemporale, senza confini, infinito, che come un raggio di sole, attraversa e illumina l’uomo che ci consente di rimanere in Cristo, di amare, di pregare anche di fronte alle più brutte violenze, nella bella e nella cattiva sorte, che ci fà andare avanti col sole e con il cattivo tempo, nelle difficoltà e nei giorni lieti, è quella luce che ci consente di brillare anche quando tutto è spento, che ci illumina anche quando l’umanità attraversa le sue fasi più drammatiche cadendo nella morsa dell’odio, è quell’amore che consente di perdonare, di vivere, di scendere dal piedistallo dal narcisismo, è quell’amore celeste, che consente di edificare fratellanze, di unire ogni tipo di lontananza, è quell’amore che ci fà affrontare la morte, è quell’amore che compensa il nostro cuore e dice che la nostra vita è pienamente vissuta, è quell’amore che non ha confini e non ha età perchè appartiene alla sfera divina. “Tu che dalle tenebre e dall’odio fosti spento, vivi nella luce e pace di Cristo” mai epitaffio migliore poteva trovare suo padre Roberto per il piccolo Rolando.

Beato Rolando Rivi, vivi per sempre e nello splendore della Gerusalemme Celeste e rircodati da lassù di proteggere i tanti seminaristi nel mondo che come te, ardono d’amore per Cristo.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev Post Next Post