Piovono critiche ingiuste su Papa Francesco… Quando per una volta fa un gesto davvero stupendo

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Ho già espresso nei miei articoli delle critiche sull’operato di Papa Francesco (non sulla persona in quanto ingiudicabile ma sulle azioni), ma almeno questa volta penso che dal pontefice sia partito un bel gesto ovvero quello di far portare la croce congiuntamente a due donne una russa e una ucraina, c’è stato un vespaio di polemiche da parte di diverse personalità ucraine (ambasciatori, religiosi ecc. ecc.) ma il papà sembra aver replicato in modo più che giusto. In generale comunque tutte le volte che i papi in tempi recenti aprono a bei gesti, vengono aggrediti mediaticamente, si veda ad esempio con il discorso di Ratzinger a Ratisbona, si veda anche quando si provano davvero ad abbattere determinate barriere con il caso delle scomuniche dei 4 vescovi ordinati da Lefebvre. Comunque per ritornare al presente, sembra che Francesco quando parli di argomenti che sono “simpatici” a una determinata classe politica, alla mentalità ultraliberale, sia esaltato come eroe, nel momento in cui invece, il Papa si discosta da un determinato schema, viene automaticamente aggredito, ma a ben notare questa aggressione non ha senso per svariati motivi: prima di tutto proprio in questo momento dovremmo capire che i paesi in guerra sono 2 e non uno, dovremmo capire che i morti riguardano entrambe le nazioni, da entrambe le parti ci saranno famiglie con figli che non torneranno mai più a casa, da entrambi i lati ci sarà la disperazione di padri che moriranno sul campo, di uomini chiamati a dover intraprendere azioni contro il loro stesso volere, da entrambe le parti scorrerà il sangue, la morte e la disperazione! In entrambi gli stati sarà pieno di uomini che sono restii alla guerra e staranno soffrendo, e da entrambi i fronti ci saranno sofferenze, disagi, e tristezza. Per secondo anche i Russi sono uomini, se ci scordiamo tutto questo non solo la guerra proseguirà ma perderemo sempre di più l’empatia, e la capacità di capire, di interagire e di mediare la situazione. E’ inutile “nazificare” un’intera nazione e milioni di persone. Per terzo ancora di più questo gesto per i cristiani, può lanciare per quanto piccolo un segnale e può essere di esempio anche a chi non è religioso, nel cristianesimo la fratellanza e l’uguaglianza infatti non è stabilita dall’UE, o dalle politiche americane, nel cristianesimo le vittime sono gli ucraini e i russi, nel cristianesimo la fratellanza non è costruita dall’appartenenza a una determinata politica (come i Kompagni) e non è neanche legata a interessi (come la fratellanza massonica, o quella delle corporazioni) e non è neanche un’alleanza/fratellanza fatta di soli obiettivi come i rivoluzionari francesi, nei cristiani la fratellanza e l’uguaglianza non sono negoziabili, sono principi non deleteri, e sopratutto non partono da fattori artificiali/umani. Far andare due donne sulla croce significa far capire che la sofferenza, è per tutti. Non voler i russi nella Via Crucis, significa semplicemente non voler capire neanche le basi del cristianesimo, significa non capire chi è il prossimo,significa chiudere le porte al perdono,significa volersi dimenticare che per ogni nazione in guerra c’è un popolo che soffre. Il cristianesimo non vuole la violenza,la ripudia, ma per i credenti Cristo si è fatto carico di tutte le sofferenze del mondo, anche delle sofferenze per le guerre Nato, di cui non si parla mai, o delle “guerre per la pace” degli USA, Cristo si fa carico di tutti quei morti senza nome, di tutte le atrocità compiute nella storia, di tutti i mali di ogni tempo, prende su di sè ogni lacrima, ogni sofferenza, ogni grida anche quella della vittime dei Russi, delle vittime del Donbass. Far portare la croce a entrambi significa davvero capire ed abbatere le barriere, non in senso culturale, bensì metafisico. Ma ancora di più è un bel gesto promosso dal pontefice perchè responsabilizza entrambi i popoli, sotto la Croce, e di fronte al Santo Sacrificio, tutti i credenti di ogni nazione sono chiamati a rispondere, di fronte alla Croce non vi è il cristiano “buono” d’ucraina e il cristiano “cattivo” russo, di fronte a Cristo non vi sono differenze o imparzialità, sotto la croce e l’estremo Sacrificio vi sono ovunque cristiani di ogni nazione e di ogni cultura, e di ogni età, che sentiranno il richiamo a fermare la guerra da entrambe le parti che siano dell’una o l’altra nazione poco importa. Di fronte alla croce, e a Cristo vi è un’appello universale senza tempo e senza confini a cessare la violenza,rivolto a tutti, di fronte alla croce vi è il Giusto che si dona per Amore, di fronte alla croce non vi sono maestri, ma siamo tutti studenti, non vi sono re o superuomini. Includere la Russia seppur simbolicamente in questo significa, capire anche che di fronte al dolore siamo tutti uguali, includere la Russia significa anche impegnarsi a smetterla di cercare di generalizzare e ragionare da adulti, anzi da veri cristiani per fermare questa follia.

Foto di cottonbro da Pexels

Comments (1)

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev Post Next Post