La realtà virtuale

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Ormai si parla sempre di più della virtual reality, o per meglio dire la realtà virtuale. Sono in pochi a riflettere sul fatto che già di per se queste parole risultano ambigue. La realtà è realtà ed è la fonte del vero, è vero ciò che è reale, o nel settore metafisico corrisponde alla verità ciò che è incluso o collegato alla realtà, è falso invece ciò che non è reale, ciò che non corrisponde alla realtà stessa. Che lo vogliamo o no, l’intelligenza, la logica, le materie di studio si relazionano con la realtà, risulta logico ciò che nel reale è logico, risulta storico ciò che è realmente accaduto, risulta corretto matematicamente parlando il risultato che nella realtà è matematico, consideriamo bugiardo chi dice cose non vere, chi afferma dei fatti scollegati o non avvenuti nella realtà. La psicologia cataloga come distorsioni e patologie quelle di persone che si sconnettono dalla realtà, con visioni che non corrispondono al vero. I risultati aziendali sono collegati alla realtà, il benessere del popolo si misura nella realtà. E’ falso ciò che non è vero, ciò che è staccato dalla realtà: dire che la terra è piatta è falso, dire che la legge di gravità non esiste è falso, dire che il sole non esiste è falso, sono tutti elementi e leggi comprovate nella realtà. La realtà è il nostro campo di misurazione e proprio in questo ci affianchiamo un termine, diverso, virtuale. Il virtuale, è ciò che non è reale, ciò che si appresta per certi versi a “simulare” un certo tipo di realtà ma che non è per davvero l’oggetto in sè per sè (il reale), è una finzione, è ciò che non appartiene alla realtà. Parlare di realtà virtuale significa in un certo senso di parlare di una realtà finta, la realtà non può essere virtuale, il virtuale non può essere il reale, già la in sè per sè i termini scelti sono ambigui. E’ come se scriviamo l’acqua infuocata, evochiamo due termini che portano a una certa dissonanza. Dovremmo parlare del virtualismo, o della simulazione virtuale quotidiana, non di realtà virtuale. Partiti già con termini sbagliati, arriviamo al fatto che il virtuale ormai vuole soppiantare il reale, la realtà deve far spazio all’ideologia, il principio di non contraddizione deve far spazio alle contraddizioni continue sotto tutti i fronti, la moderazione deve cedere passo agli estremismi che con il tempo diventano “la nuova normalità”, il bene e il male devono scomparire, il bello e il brutto non esistono più, non esistono i principi, le identità o i valori, l’unica regola è che non esiste regola: o per meglio dire in questo Fight Club Europeo le uniche regole le gira il politicamente corretto, e la cancel culture. Per avere un’identità giusta,accettata è necessario non avere un’identità, per avere dei valori bisogna non avere dei valori (non negoziabili) altrimenti essi sono un peso, l’unico tabù è non avere tabù, la neutralità assoluta è intesa come forza giusta, ovvero come espressione di perfezione.

In tutto questo non può scandalizzare che la liquefazione è ormai arrivata a livelli galattici in Giappone infatti era arrivata la fictosessualità, il matrimonio con un’ologramma, e pochi giorni fà ci è arrivata la notizia della “fine” di questa relazione dato che il software è scaduto. Non si tratta più di libertà d’espressione, o di libertà d’azione, si tratta di sostituire a livelli estremi la realtà, soppiantarla e decidere che il reale deve essere sostituito dal virtuale quando esso non corrisponde ai nostri desideri, o quando lo vogliamo. Questo è solo l’inizio di un possibile spartiacque, ciò che oggi è ritenuto un gesto, strano, che fa ridere, domani potrà essere del tutto normale, in fondo la nostra normalità viene sostituita da “nuove normalità”. Il vero, l’oggetto, la realtà scompare. L’unica cosa che resta all’uomo è ibridare il virtuale con il reale, fondere tutto, non unire per distinguere, ma fondere per non fare più alcuna distinzione. Il personaggio che ha annunciato il great reset e la quarta rivoluzione industriale, il potentissimo Klaus Schwab ha gia parlato di chip nel nostro cervello che miglioreranno la nostra vita, e di una fusione ibridazione tra l’uomo e la tecnologia, tra identità virtuale e digitale. Purtroppo tutto questo non viene detto dal “complottista” di turno, ma da un’uomo che incontra le personalità più ricche e importanti della nazione, che nel “suo” Forum annovera incontri con tutte le più grandi persone, i più potenti della terra, da Bill Gates, la Von Del Leyen, fino a Macron e tanti altri simpatici personaggi. L’esaltazione della realtà “virtuale”, il vie alle nozze con ologrammi, la cancel culture, il voler distruggere ogni principio, il parlare chiaramente di transizione digitale, apre come sempre a cambiamenti già annunciati, logicamente tutto ciò spalancherà la porta al transumanesimo. Con una certa sicurezza prima di tutto questi cambiamenti saranno messi in campo come plausibili, se ne inizierà a parlare all’interno dell’opinione pubblica, in modo distaccato ma lievemente positivo come nel caso dei chip sottocutanei negli ultimi tempi dopodichè il cambiamento diventerà con il tempo “eticamente accettabile” vuoi che sia per necessità, o per emergenza, sono quasi sicuro che poi col tempo si arriverà “a non avere alternative” o semplicemente a dire che tutto questo “è la scelta migliore“, e ci ritroveremo molto presto con il virtuale ibridato nel reale, con la totale distruzione della realtà. In fondo non sarà strano essere fictosessuali, o essere sole identità digitali, e invertire il reale con il virtuale, scambiare la simulazione per ciò che non è simulato.

Foto di mali maeder da Pexels

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev Post Next Post