La possibile vittoria della cultura woke

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Se nell’articolo precedente abbiamo analizzato le basi di questo movimento, posso pensare ad oggi che la realizzazione del mondo woke è possibile, ovvero questa pseudo cultura potrà inserirsi nel panorama europeo in modo forte inserendo l’aut aut filosofico per ogni episodio che loro ci poteranno di fronte, esasperando una situazione e concentrandosi solo su un determinato aspetto della questione escludendo tutto il resto, insomma l’esplosione del woke è possibile grazie alla “tifoseria da stadio” e all’inquisizione dei pennivendoli del mainstream che la creano. Vieni etichettato come fascista appena vuoi uscire fuori dal solco del micro dettaglio, ne abbiamo avuto esperienza recente in questi due anni dove vaccinarsi era “etico” e “giusto”, mentre dall’altra parte i no-vax erano la feccia da escludere dalla società civile, i sostenitori delle cure degli stregoni pazzi, chi usciva dalla retorica del “vaccino unica arma” era l’eretico, come lo è stata la Pausini che non ha cantato “Bella ciao” non identificandosi in un movimento politico che avrà avuto alcuni pregi ma porta con sè oltre 100 milioni di morti e la distruzione ideologica, reale, politica e sociale di moltissimi stati nazionali dell’ultimo secolo. Ma niente da fare, se non canti “bella ciao” sei fascista, se non ti vaccini “uccidi ti ammali e muori”, se non sei a favore dell’ideologia woke dall’inizio alla fine sei un razzista, il gioco sta nell’abile sofisma pratico che con maestria dipinge nella tua mente, i “buoni” e i “cattivi”, è interessante vedere che il “fascista” di turno può essere chiunque oggi non accoglie l’ucraino e chi non è a favore delle bollette astronomiche e della guerra nucleare. L’incredibile retorica ipnotica di “complottista” e “negazionista”, è passata nelle parole chiave di “aggredito e aggressore” e di fronte a questi aut aut si interrogavano tutti dicendo che c’è un buono e un cattivo, e ti viene chiesto se stai dalla parte dei “buoni” o se tu sei il “cattivo”. Incredibile vedere però che i buoni, che vedono i fascisti ovunque, hanno sostenuto e sostengono forze fasciste, vedono ucraini aggrediti ovunque ma ignorano volontariamente la questione delle stragi del Donbass e del colpo di stato di Zelensky, e della repressione del dissenso. Nel momento in cui la realtà esce dallo schema del comunista buono, dell’americano “democratico”, dello scientista “onnisapiente”, tutto crolla, così come crolla il sofismo woke. Dire che il razzismo equivale a: “un insieme di politiche razziste che conducono all’ineguaglianza razziale e che sono fondate su idee razziste”, è una rappresentazione del razzismo praticamente aleatoria, ovvero un moto circolare che può dire tutto e niente, se uno dei massimi esponenti del woke si esprime in questi termini totalmente generici (11), si può arrivare anche ad affermare che qualsiasi politica è razzismo, e tutto e nulla può essere razzismo. Ciò che quindi può fa decollare il woke, è l’aut aut dei pennivendoli, dei giornali, che lavorano con lo stesso metodo di rappresentazione da anni, la completa fluidità delle loro teorie, e sarà importante anche l’appoggio delle multinazionali, e dei colossi dell’industria della cultura e del mercato, come Coca-Cola, Disney, Amazon e moltissimi altri che già da tempo fanno l’occhiolino a questa ideologia(12). Di fronte all’aiuto di questi imperi che sostengono il woke c’è poco da fare, probabilmente a breve questo fenomeno sarà pronto a sbarcare nel nostro Belpaese.

Una curiosa considerazione va fatta su alcune minoranze escluse dall’ideologia woke, tra queste ci sono anche i cosiddetti professori universitari americani “conservatori” o di destra, che rappresentano una netta minoranza rispetto ai progressisti, ed ai professori di sinistra e i super progressisti, parliamo di un rapporto di 5 a 1 tra professori di sinistra e quelli di destra nel 2011 nelle università statunitensi. Gli stessi professori di destra o conservatori sono gli stessi che praticano moltissimo l’autocensura (13). Vedendo in tutto questo, come sono messi gli atenei italiani penso che il sistema woke è destinato anche ad arrivare nelle nostre cattedre, ormai quasi tutte rosse, e ultra radicali, in una situazione didattica molto simile a quella americana. Potremmo dire che il woke inoltre rappresenta inoltre un sistema win-win, sia perchè si incarna con i figli dei tempi, sia perchè si pone come un sistema chiuso e del tutto autoreferenziale. Il woke è un pò come il banco, non perde mai, non fa autocritica, è lo stesso sistema adottato da alcuni governi e da alcuni giornali. Ultimo dato collegato a questa febbre ideologica e degno di nota riguarda i dati dei militanti di questo movimento, essi fanno parte della sinistra progressista americana, che è gemellata con i nostri radicali che dominano la cultura italiana. Stando ai dati ricercati da Pierre Valentine, possiamo vedere come chi vive in questo mondo “rosso e ultraprogressista” è per assurdo per la maggior parte depresso, il problema riguarda pressochè tutte le fasce d’età. In un sondaggio fatto tra conservatori centristi e progressisti, si vede infatti un’abissale differenza di disturbi psicologici (diagnosticati da un dottore o da un operatore sanitario) (15) che riguarda pressochè i progressisti (il 56% del campione ammette di aver avuto un disturbo psicologico diagnosticato), contro un dato molto positivo che riguarda i conservatori (solo il 27% degli intervistati di questa categoria dice di aver avuto diagnosticato dei problemi psicologici). Il dato rimane preoccupante anche se si vuole pensare a una grande e maggiore sensibilità da parte dei progressisti di fronte ai problemi psicologici. Parliamo in tutto cilò anche di un’ampia fetta di persone, ultraprogressiste che vivono in italia, di tendenza rossa e con una base culturale molto simile. Come individuato da Valentine, nel woke, per concludere c’è anche una filosofia interna che parte da un’episodio e porta a un ragionamento che induce i militanti a vedere un’insieme di negatività senza fine. (16) Da questo piccolo evento la realtà diventa una lotta tra bianco e nero, tra buoni e cattivi, e si arriva a generalizzare, ed a concentrarsi sul negativo, ignorando il positivo, ed a creare il bene e il male. I classici aut aut e la classica tifoseria da stadio che si crea anche nella mente di moltissimi italiani.

Documento di riferimento

https://www.fondapol.org/app/uploads/2022/04/fondapol-lideologia-woke-1-anatomia-del-wokismo-pierre-valentin-04-2022-1.pdf

(11) Pag 35 del pdf

(12) si veda il cartaceo pag. 62-64-66 (disponibile tramite la rivista Tragressioni!)

(13) si veda il cartaceo pag. 66-67 (disponibile tramite la rivista Tragressioni!)

(14) si veda il cartaceo pag. 73 (disponibile tramite la rivista Tragressioni!)

(15) (16) si veda il cartaceo pag. 53 (disponibile tramite la rivista Tragressioni!)

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