Le distanze tra il sacro e il profano,cosa sta succedendo nella Chiesa

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Se c’è una caratteristica di questa società postmoderna è questa: essa appiattisce tutto, qualsiasi aspetto, la fisica che si prende ogni spazio cercando di boicottare la metafisica, il metodo scientifico viene visto come l’unico metodo a discapito degli altri validi, il libero arbitrio che ingloba la libertà e la verità, ogni dimensione del pensiero sta assumendo un aspetto preoccupante, è tutto livellato in modo unidimensionale e con aspetti catastrofici in questi tempi sempre più difficili, anche il profano sembra voglia assorbire tutto il sacro. Se c’è qualcosa di evidente della Chiesa di oggi, infatti, è che in nome del clericalismo si arriva ad asfaltare tutto, anche ciò che va preservato, con lo spingere a dover essere “nel mondo”, si sta arrivando a diventare uomini “del mondo”. La spirale è progressiva, dal Concilio Vaticano II , anzi, ancora da prima, dal cari Bonaiuti con il suo famoso “cambieremo Roma con Roma”, dal voler cambiare la teologia: la fazione modernista ormai voleva avvicinarsi al protestantesimo, sapevano bene di dover cambiare la Chiesa dall’Interno, e proprio da lì inizia un lento declino, con le loro idee, con le loro pubblicazioni e poi con il Concilio, cambiando la Messa, cambiando anche la sua teologia, la sua impostazione. I cardinali Ottaviani e Bacci ci vedono lungo (http://www.unavox.it/doc14.htm) ma non c’è nulla da fare, ma il discorso non riguarda solo la Celebrazione, da Paolo VI in poi possiamo notare uno storico declino teologico, e in molti altri campi. La Chiesa si spoglia di sé stessa per essere gradita a tutti:in un periodo di dissoluzione identitaria, anche la sposa di Cristo viene coinvolta. Nel frattempo, Lefebvre viene scomunicato, e lentamente vediamo una fine della differenza tra Sacro e profano, la Messa passa dal rivolgersi a Dio a diventare un chiacchiericcio tra prete e popolo, l’Eucarestia ormai non viene concepita più come qualcosa di sacro, non c’è più differenza neanche tra il consacrato e il laico, ma soprattutto non vi è più rispetto per il Corpo di Cristo, per non parlare poi delle omelie stile rockstar, urlando, o parlando in dialetto tutto il tempo . Nel mainstream, nelle grandi testate, troviamo dell’alto clero chi ne spara di tutti i colori, fino a preti con blog personali che dichiarano apertamente la loro apertura verso un mondo protestante. È inutile negarlo, la maggior parte dei cristiani e una grossa fetta di uomini di clero ormai non vuole più il sacro e non vuole più neanche il cristianesimo, se lo vogliono deve essere un luteranesimo, con qualche sfumatura di cristianesimo. I documenti ufficiali della Chiesa ormai non hanno più sapore, (si veda la dichiarazione di Abu Dhabi, le ultime encicliche ecc.) anzi sono tendenziosi e tutt’altro che normali, senza identità, così si respira anche un strana teologia predicata da molti preti, ma studiando Karl Rahner si capisce bene a che livelli si può arrivare. La crisi della Chiesa è profondissima, è arrivata a livelli pazzeschi, e con essa il sacro, posto tutto sotto la sferza del voler inseguire il mondo, dialogare con il mondo, ma se vogliamo stringere i termini arrivati a questa degradazione è palese un aut aut, una questione di principio:

1 O la Chiesa è un’istituzione umana e divina, e ha quindi sacra e ha il dovere e la facoltà di essere madre e maestra, in questo caso essa è chiamata a indirizzare il mondo, perchè questa è la tua gloria, questa la tua natura, questo il tuo dovere, essere la chiave tra cielo e terra, e quindi deve rivestirsi di nuovo del sacro che le spetta e fare la sua missione;

2 O la Chiesa non è divina, allora essa può fare tutto anche fondersi col protestantesimo o diventare scientology o ancora meglio, mettersi dietro al mondo, correre dietro ai luterani, ai valdesi, a chi vuole. Allora va bene tutto, nulla ha senso.

Ormai è difficilissimo celebrare in Vetus Ordo, i preti che spiegano ciò che c’è di sacro sono ormai cacciati, chi sostiene i sacramenti in pandemia viene esiliato (bruttissima storia quella del porporato Giovanni D’Ercole), chi difende l’Eucarestia viene visto come un pazzo o un incompetente. Al contrario ad oggi i preti che raccontano le barzellette, che urlano, che parlano in dialetto, che fanno coming out, quelli che sono comunisti e che fanno cantare “Bella ciao” ai fedeli (https://www.today.it/rassegna/don-gallo-bella-ciao-video.html o https://www.corriere.it/video-articoli/2019/11/24/pistoia-don-biancalani-canta-bella-ciao-chiesa-lega-siamo-all-assurdo/d0772564-0ede-11ea-b3dc-1023409a22e2.shtml) , vengono difesi. Per il prete 2.0 il sacro non esiste, perché per loro non esiste metafisica, l’unica prospettiva accettata è l’esistenzialismo, il problema è di origine razionale filosofica e teologica, inoltre sono nel Super-Modernismo, in una sorta di Catto-Luteranesimo, il sacro è imbarazzante per loro, come lo è parlare dell’inferno, o di tutto il resto, per loro anche i sacramenti diventano ambigui.

Foto di EMMANUEL NWABUFO da Pexels

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