Benedetto XVI

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Oggi ci abbandona Benedetto XVI, una delle figure di spicco nella Chiesa dello scorso millennio, e che ci ha accompagnato anche in questo ventennio; Papa, teologo, e filosofo, non potrebbero bastare intere biblioteche per onorarne la memoria. L’ambiente cattolico tradizionalista è fortemente diviso tra chi lo ha visto fino ad oggi come l’unico Papa regnante,e chi lo ha inquadrato come un finto conservatore ed un pessimo progressista o un Papa mediocre. Per quanto mi riguarda, sulla posizione del Soglio petrino sono stato sempre dell’idea che i papi erano due, al di là delle profondissime differenze metodologiche, filosofiche, amministrative, teologiche e culturali che li contrappongono. Tutti quanti sanno che rispetto Papa Francesco, eppure mi sento profondamente distante da tutto il suo modo di fare, e c’è tutta una teologia da lui portata avanti che mi lascia totalmente amareggiato, ma al di là di questo ho sempre pensato a una condizione di papato condivisa. Guardando Benedetto XVI possiamo dire senza paura che le sue posizioni almeno in un primo momento sono state progressiste, o mediamente progressiste, ricordiamo le sue esposizioni lungo il Conc Vat II e in quel periodo, ma allo stesso tempo non si può negare che nei decenni successivi il suo modo di fare e di agire si è riagganciato in modo solido alla tradizione cristiana, e personalmente seppur non è riuscito a riformare l’Europa è stato un’uomo che ha provato a difendere il cristianesimo con estremo coraggio, specialmente durante il suo pontificato. Un cristianesimo difeso non solo tramite le classiche argomentazioni apologetiche , ma anche tramite un’analisi profonda della sua essenza e dei suoi perchè, così caratteristici e performativi per l’uomo e il mondo.

Ciò che si contrappone oggi di fronte ai nostri occhi oggi sono domande sul periodo che verrà, ora senza di lui cosa ci attende? E sopratutto anche noi diventeremo testimoni coraggiosi come lui? Come sarà ricordato dalle generazioni future?

Il discorso di Ratisbona, e anche altri passaggi chiave del suo pontificato, ci mostrano i limiti razionali, filosofici, umani e tecnici di un certo modo di pensare ateo e scientista, ma non solo, denunciano la necessità della fede e come essa sia indispensabile per qualsiasi forma di progresso. Un Papa mite, umile, dolce, che non si è piegato alle richieste di certi gesuiti modernisti che vogliono far diventare la Chiesa una semplice “potenza orizzontale” del mondo. Aggredito di continuo dalla stampa specialmente quando ha teso la mano ai lefevebriani e quando ha mostrato la grandezza del connubio fede e ragione, sicuramente è stato coraggioso. Negli ultimi anni, ha fatto capire bene qual’era e quale rimane la direzione voluta da Cristo, fatta di amore, di redenzione ma anche di valori non negoziabili. Un Papa che in fondo non è piaciuto per niente ai democratici americani, proprio loro lo hanno forzato in tutti i modi a dimettersi, bloccando lo SWIFT in Vaticano, e poco dopo abbiamo avuto l’insediamento di Francesco. La Clinton e Obama avevano da sempre sognato una primavera araba, cercando di far diventare tutte le religioni un deismo anonimo, utile anche alla loro  governance politica. La figura di Ratzinger rimane scomoda quindi dentro e fuori la Chiesa, perchè parliamo di una persona con un’immensa preparazione culturale, che ha messo in luce anche i limiti di certe direzioni politiche, ed che ha sempre alternato l’amore cristiano alla forza della dottrina, anche perchè un amore senza verità è un amore bugiardo. Posso dire con certezza che il suo rispetto per le culture, la sua delicatezza, il suo amore per Cristo, per l’uomo, e per il mondo, hanno reso migliori le nostre esistenze. Ciò che resta oggi è il suo affondo, oggi più forte che mai, su chi punta sulla dittatura del relativismo, su chi vuole unire Cristo e Marx nella Chiesa, cercando un disperato super-progressismo. Ma proprio perchè i cristiani si muovono sul filo della tradizione, oggi come ieri dobbiamo onorare la memoria di questo grande Papa, e spetta a noi continuare a difendere il cristianesimo, dentro e fuori la Chiesa in un percorso fatto di difficoltà, gioia e dolore, ma che alla fine ci porta a testimoniare la grandezza di Cristo, vero Dio e vero uomo, Re, Sacerdote e Profeta, che riunirà i suoi eletti, nella Santa Gerusalemme Celeste, con la speranza nel cuore di rivedere anche questo grandissimo Papa ai piedi della croce.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev Post Next Post