La mediocrità dei vip neoliberali

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Cosa ci sta lasciando quest’ultimo ventennio?  Se gli eventi sono stati moltissimi a livello politico e storico, non possiamo fare a meno di guardare alla cultura e alle sue icone, che sono strettamente collegati allo status ontologico della nostra società.

Dalle letterine agli influencer, dai gieffini ai tiktoker, ciò che vediamo è che il panorama sembra andare verso una retta già tracciata e negativa. Se gli anni del Cavaliere, erano dominati dalla componente sessuale e dalla superficialità volgare dei cinepanettoni, oggi possiamo dire che il nichilismo, la negatività, e la falsità regnano sovrani tra le superstar. I modelli proposti ai ragazzi infatti non tendono al bello, alla virtù, all’essere, all’eroismo, bensì sono una serie di persone allineante in tutto e per tutto a ogni decisione dello stato e prezzolati dall’elitè. I loro datori di lavoro sono le multinazionali che gli dicono ogni giorno come vestirsi e cosa dire: finti ribelli che a suon di rime fanno capire di essere misogini, di dare attenzione ai fan solo per soldi, e di pensare alla donna come a un semplice oggetto, ma in tutto questo vengono celebrati a rete unificate come paladini dell’eroismo e dei diritti.

Ciò che è da notare è anche il loro modo di porsi assolutamente mediocre, banale e sconcertante: urlano ai loro difetti, ma non hanno assoluta voglia di cambiare, anzi sono tremendamente pigri e infantili, le star più inutili e negative che abbiamo mai visto, il loro modus operandi è quello di aver invertito il fine per i mezzi, vivono per i soldi (mezzo), mentre della loro arte e del loro essere (fine) se ne sbattono, dicono solo ciò che è conveniente tradendo ogni principio.

Ma c’è ancora di più: il loro folle narcisismo li porta a essere disimpegnati su tutto, dalla fluidità delle relazioni a quella degli impegni professionali, da quella dello stile a fino a quella delle priorità di vita; l’unica cosa che conta per loro è fare gli eterni antifascisti in assenza di fascismo, e godersela però sottostando alle leggi del mercato e ai diktat sovranazionali. Nessuno di loro ha avuto il coraggio di lanciare messaggi di vicinanza ad Assange, nessuno di loro ha mai stracciato un green pass, ma la loro apologia si concentra solo sul fare il portavoce dei vari Conte e Bonaccini.

Tra loro c’è chi anche chi ha detto per farsi delle foto con la vip in questione è necessario fargli alzare il fatturato, e c’è chi firma contratti con Amazon dimenticandosi come sempre dei lavoratori e del ceto medio e basso; ci ritroviamo di fronte a un disagio immenso.

I modi di vestire, di porsi, di parlare, viaggiano su toni unilaterali, così come il loro modo di pensare e di intendere il mondo: tutti devono essere sotto la loro prospettiva nichilista, tutti sono assolutamente un’identità astratta intercambiabile e priva di volto.

Per loro le persone sono oggetti sessuali, bancomat umani, e strumenti da utilizzare per il proprio ego, e gli stessi fan ipnotizzati dai loro slogan diventano fieri di essere sottopagati, di vivere quella frustrazione esistenzialista tipica di questi tempi postmoderni e di non avere prospettive sotto ogni aspetto perché gli viene insegnato da questi beniamini.

Il nemico per loro è il giudizio, e la possibilità di un’Assoluto, una qualsiasi religione è un dramma, perché ha delle regole, delle responsabilità e dei valori che sono in grado di sorpassare i tempi e di sopravvivere alle mode, di fronte a una minima possibilità di trascendere il reale, e di sorpassare l’immanenza il loro fascino decade, ma c’è di più; il vero nemico oggi è colui che non si omologa hic et nunc totalmente alla loro weltanschauung, infatti la loro autoesaltazione narcisistica li porterà a odiare anche un ateo gender fluid globalista plurivaccinato che però non avrà raggiunti i crediti carbonio nel futuro.

Mezzi e fini sono collegati, e quei mezzi spavaldi, pantoclasti e capricciosi, in realtà non servono a nessuno, anzi sono utili solo a generare un rapporto conflittuale con i genitori e con i professori, che sono già  abbastanza bullizzati. Inoltre se la loro vita viziosa, superficiale e ipermaterialista era davvero la risposta a millenni di indagine filosofica, religiosa, psicologica e sociale non possiamo spiegare il boom di depressioni, di tristezza, e di suicidi che caratterizzano la nostra epoca. I numeri sono spaventosi (1), e anche le stesse popstar hanno avuto spesso una vita tormentata devastata dagli eccessi di un consumismo relazionale, etico ed emotivo.

Senza progetti, senza futuro, senza voglia di farsi distinguere per il proprio essere, sono dei semplici mercenari che tendono al nulla cosmico, e che vogliono semplicemente scardinare qualsiasi ordine, tabù e giudizio, per arrivare alla società apartitica, apolitica, senza valori, senza principi, e che obbedisce solo alle direttive parastatali.

(1) https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=101769

Foto di Mirko Fabian: https://www.pexels.com/it-it/foto/scuro-festivo-settore-los-angeles-11702566/

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