Il padre, la colonna portante della famiglia

Simone D'Aurelio

(4 min. lettura)

Nell’Europa dominata dai radical-chic, turbocapitalista, e instagrammosa, la figura del padre è ormai messa fuori gioco. Prima essa era ampiamente disprezzata grazie ai cattivi maestri come Freud e compagni negli scorsi decenni,mentre oggi la figura paterna è omai per lo più ignorata o del tutto dimenticata, essere papà oggi è diventato solo un’attributo nominale ed è uguale ad essere genitore 1 o 2, un puro pseudo-valore relativo, una figura liquida che non esiste, esso è solo un mantenitore tenuto solamente ad assecondare il figlio ed a garantirgli a livello economico un forte sostentamento per il resto lo si lascia libero in tutto, l’unico incarico di questa figura è nella certezza materiale, poi a 18 anni il figlio sceglie tutto, sesso età cognome, se esiste il bene e il male, e via discorrendo. Eppure forse un salto nella storia ci fà capire l’importanza di questa figura, quanto essa sia fondamentale, è cos’è per davvero un padre. Il padre è prima di tutto colui che “bilancia” la famiglia, fa in modo che i figli non siano degli eterni “mammoni“,è quella parte che era in grado di fornire davvero un’aiuto necessario e indispensabile al figlio: “E’ stato James Hillman a scrivere che <<l’effetto più devastante della psicologia occidentale>> è stato il <<deliberato troncamento della catena delle generazioni>>. In sostanza, la colpevolizzazione costante della famiglia. <<Non più: onora il padre e la madre, bensì: dà loro la colpa, e ne uscirai bello e forte>>. E’ una perfetta sintesi del paradigma immunitario. […] Il padre. nella sua funzione positiva, è colui che detta le regole ma che al contempo lascia liberi. Che fissa un perimetro e poi concede che l’azione si svolga senza impedimenti al suo interno.” (Francesco Borgonovo, Conservare l’anima manuale per aspiranti patrioti, Lindau, pag 96-97). Il padre è colui che fà spiccare il voglio al figlio, quella guida che aiuta la famiglia non che la sovrasta, non è il castrato zuccheroso genitore 1, un padre porta con se valori, eredità, principi, disciplina, doveri,educazione, amore, e giustizia,oltre che tradizioni e religione. Un semplice padre che invece deve essere solo un “legale mantenitore” non ha senso, e non è per davvero un padre. Ma in uno stato post-marxista e materialista l’eredità di qualsiasi tipo (se non economica) è una maledizione, quindi anche la figura del padre, risulta un’ingombro. Proprio per questo c’è la costante esaltazione del parricidio in senso laterale, il padre porta con sè, insieme alla madre delle eredità, biologiche, caratteriali, porta con sè delle esperienze da trasmettere, la sua figura è necessaria e indispensabile. Padre e figlio/a sono figure collegate, non divise, l’uno ha bisogno dell’altro per definirsi, ed essere definito, l’uno non può fare a meno dell’altro e del compito che sono chiamati a svolgere reciprocamente. In tutto questo c’è di più il padre è anche il garante dell’ordine,dell’orientamento e dell’autorità: “Nella differenza fra uomo e burattino c’è tutto il senso profondo del libro collodiano. <<La pertinenza del raffronto uomo-burrattino -, scrive Biffi, – pare oggi imporsi senza contrasti alla coscienza comune: la cultura contemporanea è tutta tesa a squarciare il velo sottile di un’apparente umanità per denudare il pupazzo senz’anima, che sarebbe la nostra verità soggiacente>>. […] A distinguere Pinocchio da tutti gli altri burattini è il fatto che lui ha un padre. Tanto che Mangiafoco, a un certo punto deve lasciarlo andare” (Francesco Borgonovo, Conservare l’anima manuale per aspiranti patrioti, Lindau, pag. 121), chi ha un padre ha una direzione ha un’ordine, non è in balia dell’eterno divenire, chi ha un padre, ha una storia, ha un’eredità e dei vincoli, chi ha un padre ha un passato e di conseguenza, se ha un passato ha anche un futuro, e tra passato e futuro può vivere un presente. Ma ancora di più senza padre non è possibile una vera fratellanza, lo spiega benissimo Marcello Veneziani: ” L’esperienza della vita ma anche della storia dimostra che ogni fratellanza priva di un Padre degenera in fratricidio o scema nella retorica: è stato il destino dei giacobini come del comunismo, e di ogni altra frateria (un discorso a parte la massoneria, di cui il bergoglismo a volte pare la versione pop, in tonaca). E’ il Padre a garantire l’unità dei fratelli prima che il reciproco riconoscimento, è la Madre a soccorrerli prima che il diritto di cittadinanza; e dal Padre al figlio scorre il filo d’oro della Tradizione. […] La fratellanza separata da Dio è la fraternitè, lo spirito comunardo, la setta. Ideologia umanitaria, laica rivoluzionaria” (Marcello Veneziani, La cappa, Marisilio Nodi,2022, pag. 175). Tutte la fratellanze senza un vero Padre sono fallite, che siano stati guerre tra “fraternità” mafiose o tra compagni massoni, tutte storicamente finite nell’oblio e nell’omicidio, perchè tutte queste fratellanze sono orizzontali, come ho spiegato nel mio libro, raggiunto lo scopo terreno, fatta la rivoluzione, svaligiato il caveau in banca, tutti i fratelli si iniziano a sbranare tra loro, che sia perseguito o no l’impegno politico, o l’obiettivo poco importa, solo un Padre non soggetto alla corruzione e al divenire può garantire la fratellanza, solo un vettore eterno immutabile, può garantire un passato e un futuro.

(link articolo parte 2)

Foto di Negative Space: https://www.pexels.com/it-it/foto/alberi-amore-bambino-figlia-139389/

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