Contenuto e forma, l’uno richiama l’altro

Simone D'Aurelio

(3 min. lettura)

Qualche mese fà c’è stata la Messa in mare celebrata da Don Mattia Bernasconi, nel video si vede chiaramente il sacerdote che celebra con un materassino gonfiabile in acqua, usato come altare,e si intravedono i ragazzi che tra nuotate e galleggiamenti assistono alla Messa. Le immagini fanno il giro del web, e al di là delle scuse del parroco dove si spera per tutti che l’episodio non si ripeta, c’è molto da pensare per ciò che è successo, non tanto sul religioso in questione, (ognuno commette gli errori, l’importante è fare mea culpa e risalire la china), ma il problema vero riguarda la perdita del sacro (e del profano) nella chiesa, che accompagna con ciò anche la perdita del contenuto e della forma. Se la Messa è solo un party o un rinfresco, o una semplice assemblea tra amici, o un momento per rivedersi,allora la si può celebrare ovunque, se la Messa invece ci riporta sul Golgotà, trascende lo spazio e il tempo, e ci dà quelle grazie che sono indispensabili per noi cristiani, allora parliamo di un contenuto sacro,la cui forma deve essere adeguata e correlata alla sua funzione. La Santa Messa è il nostro polmone, una delle ali con cui arriviamo al contatto con Dio, c’è la transustanziazione, c’è il contatto con Cristo, c’è l’essere di nuovo lì a vivere la sua passione, il suo sacrificio. Nella Messa c’è il contatto universale che riunisce gli uomini a ogni latenza e che ci porta a livello universale nella santa lode a Cristo, ma non solo questo, è anche un ponte di collegamento con le generazioni passate. Il fatto che ormai in molte parrocchie non ci si inginocchia più, neanche durante la consacrazione, i forzamenti verso l’eucarestia in mano, il vivere di protagonismo tra canti e balli, indica in generale uno stato di forte distacco tra la comprensione del contenuto e la sua forma, non ci è chiaro cosa stiamo facendo, cosa sta succedendo, e di conseguenza c’è anche una confusione anche sul come va svolta l’azione. Il celebrare la Messa in mare è possibile quando si perde la cognizione tra sacro e profano, tra contenuto e forma, e non si riesce più a osservare l’elemento fisico e quello metafisico. Il rhanerismo, la nuova messa, e la nouvelle thèologie, hanno formato uomini di Chiesa,teologi e fedeli, ormai sempre più appiattiti sulla sola dimensione orizzontale. Non vedono che contenuto e forma nella vita si richiamano a vicenda e l’uno ha bisogno dell’altro, l’attenzione profondissima per la Santa Messa da parte di S. Padre Pio, di S. Giovanni Maria Vianney (Curato d’Ars), e di moltissimi altri uomini di Dio, ci deve far riflettere parecchio. La stessa attenzione c’è anche nella costruzione del Tempio da parte del popolo ebreo: chiaramente si comprende che la lode di Dio, la preghiera, il dialogo con Lui, e la stessa liturgia sono attimi sacri, che trascendono il tempo e lo spazio e hanno bisogno di una forma adeguata, rapportata in base al peso del contenuto. Gli uomini di Dio sono attentissimi e ardono di zelo per Lui, proprio per questo cercano di trasmettere l’amore per una vera celebrazione attenta e curata, nelle azioni esteriori e interiori, tra ciò che viene detto e ciò che viene fatto. Riprendendo il discorso e guardando con attenzione la parte della forma, immaginiamoci di andare al matrimonio del nostro migliore amico con le ciabatte e in pantaloncini corti, per quanto possiamo mostrare la nostra felicità per questo giorno speciale, i vestiti scelti (forma) comunicano un messaggio del tutto contrastante, sia al mio amico, sia agli altri invitati, che verso me stesso, se infatti ci tengo a questo mio amico troverò l’abbigliamento adeguato che esprime anche la mia gioia per tale evento, che coincide con il mio stato d’animo, e la mia interiorità. Lo stile adeguato, è un richiamo alla coordinazione tra l’esterno e l’interno, tra l’evento e ciò che ci aspettiamo. Il nuovo rito, e i nuovi aggiornamenti nella Messa per il covid, la voglia di creare un’ecumenismo teologico, il rincorrere il mondo protestante, porta tutto all’appiattimento generale. Dal pensiero debole di Vattimo che sta diventando protagonista in modo implicito dei nostri tempi, stiamo arrivando alla “religione debole” che vive in quella parte di Chiesa che vuole staccarsi da tutto ciò che è per davvero per sua natura; per arrivare a una “nuova chiesa” ed a una vittoria della prassi tutta orizzontale che accontenta atei,e fedeli di ogni sorta. Urge riflettere, capire come viviamo la Messa, e i santi sacerdoti devono chiedersi come la sentono e con quale cura la celebrano, e dove stiamo andando a livello teologico, filosofico e metafisico.

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/sedi-della-cattedrale-vuote-e-corridoio-con-luci-accese-208277/

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